SALENTO – Un prete indagato per presunti abusi sessuali su un ragazzino consumati, secondo l’accusa, in casa del sacerdote in un paese del Nord Salento. La vicenda, riportata in anteprima assoluta, è confluita in un fascicolo d’indagine con una contestazione allo stato provvisoria in questa fase embrionale dell’inchiesta che, proprio per la materia così scottante, è oggetto di approfondimenti estremamente meticolosi da parte degli inquirenti. Al lavoro ci sono sia la Procura dei Minori (sotto il coordinamento della Procuratrice Simona Filoni) che quella ordinaria (fascicolo finito sul tavolo del pm Luigi Mastroniani). Nel frattempo il prete non indossa l’abito talare per via di un provvedimento di sospensione cautelare disposto dalla Curia in attesa di conoscere quali saranno gli esiti dell’indagine penale.
Si parla di un solo episodio avvenuto un paio d’anni fa. È stato lo stesso ragazzino – ora 15enne – a raccontare quanto sarebbe accaduto in casa del sacerdote dove sarebbe stato costretto ad avere un rapporto intimo con il prete. Sulle modalità dell’incontro non c’è assoluta chiarezza. L’ipotesi – maggiormente valorizzata – è che il minore sia stato portato in una camera e lì, lontano da occhi indiscreti, avrebbe ricevuto le attenzioni a sfondo sessuale da parte del sacerdote. E dopo il suo racconto è scattata la denuncia presentata dai genitori del minore assistiti dall’avvocato Mario Fazzini.
Come detto sulla vicenda si è attivata anche la Procura dei Minori per garantire al ragazzino un sostegno e un adeguato monitoraggio del percorso di crescita e un sano e sereno sviluppo della personalità alla luce dei presunti abusi e valutare, nel contempo, le capacità genitoriali. Il minore, così, ha avviato un ciclo di incontri con l’Equipe Abuso e Maltrattamento dell’Ambito Territoriale Sociale competente nell’area di residenza e in via istruttoria sono stati sentiti sia i genitori che il ragazzo stesso.
E sempre il minore è comparso davanti al gip Marcello Rizzo nel corso dell’incidente probatorio per blindare così con la sua testimonianza il materiale probatorio sin qui acquisito da utilizzare con l’eventuale apertura di un processo. Sul contenuto della testimonianza del minore, ovviamente, è stata alzata una cortina di riservatezza anche e soprattutto per tutelare le parti interessate. Sarà il pm inquirente, alla luce delle dichiarazioni fornite dal ragazzo e della relazione psicodiagnostica stilata dai consulenti, a trarre le debite conclusioni e valutare se archiviare il procedimento o chiedere il processo per il sacerdote difeso dagli avvocati Giulia e Giuseppe Bonsegna.
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