di Laura Distefano
Il sacerdote è accusato di violenza sessuale aggravata a minorenni. Le vittime si sono costituite parte civile.
CATANIA – Avrebbe abusato di diversi ragazzini, approfittando delle loro fragilità e dei loro turbamenti. Si è aperto il processo a carico di
Padre Pio Guidolin, 56 anni, accusato di violenza sessuale aggravata a minorenni. Il sacerdote sarà giudicato con il rito abbreviato secco davanti al Gup Giuseppina Montuori. È stata infatti rigettata la richiesta avanzata dai difensori del prelato, gli avvocati Alessandro Crisafulli e Simone Luciano Iofrida, del giudizio abbreviato condizionato all’audizione di un testimone. La pm Anna Tranchillo aveva già avanzato istanza di giudizio immediato, ma i difensori hanno optato per il rito alternativo. Nelle prime udienze sono state affrontate le questioni preliminari e sono state ammesse le parti civili, i genitori delle vittime e i giovani oggi maggiorenni, che erano minorenni nel momento degli abusi. Le indagini, svolte dai carabinieri e coordinate dal procuratore aggiunto Marisa Scavo, hanno accertato che nella chiesa del Villaggio Sant’Agata gli abusi sarebbero avvenuti già a partire dal 2014. Le parti civili sono assistiti dal pool di legali composto dagli avvocati Michele Ragonese, Maria Chiaramonte, Graziella D’Urso, Massimo Di Stefano e Riccardo Liotta. L’udienza preliminare proseguirà il prossimo 16 ottobre.
L’INCHIESTA – Avrebbe sfruttato il suo ruolo carismatico e la sua funzione religiosa. Padre Pio Guidolin avrebbe saputo convincere alcuni giovanissimi fedeli parrocchiani a subire abusi sessuali “tacciati” per atti spirituali, con tanto di “olio santo” e “preghiere ad alta voce”. Leggendo i racconti delle vittime o le trascrizioni delle intercettazioni, negli atti della delicata inchiesta svolta dai carabinieri, si è turbati. Ragazzini quasi soggiogati e incapaci forse di capire quello che stava accadendo. “Tutto avrebbe avuto una valenza spirituale”, hanno scritto gli inquirenti nel primo comunicato stampa. Alcune vittime non avevano compiuto nemmeno 14 anni. Uno di loro – è emerso nel corso delle indagini – avrebbe tentato anche il suicidio. Padre Guidolin inoltre avrebbe potuto contare della copertura e appoggio dei parrocchiani, forse (si spera, sic!) inconsapevoli di quanto accadeva. Addirittura quando uno dei minori avrebbe accusato il sacerdote degli abusi, sarebbe stato isolato e accusato di calunnia. Alcuni genitori che magari erano combattuti se denunciare o meno, sarebbero stati ammansiti con velati avvertimenti (forse millanterie più che verità). Padre Guidolin avrebbe paventato l’intermediazione di esponenti della criminalità organizzata del Villaggio.
PROCESSO CANONICO. Padre Pio Guidolin è stato già condannato (in primo grado) dal Tribunale Ecclesiastico. La Curia etnea ha assunto nei confronti del sacerdote, appena avuta contezza dell’inchiesta, alcuni provvedimenti cautelari (come l’allontanamento dalla Parrocchia e la collocazione del religioso in altra sede) ed ha dato avvio al processo canonico davanti al Tribunale speciale, istituito da Papa Francesco in seno alla Congregazione per la Dottrina della Fede, proprio per i casi di pedofilia nel clero.
https://catania.livesicilia.it/2018/09/21/abusi-e-orrore-nella-parrocchia-padre-guidolin-a-processo_473936/
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