di Federica Macagnone
Sulla Chiesa cattolica della Pennsylvania, dove proprio il mese scorso un gran giurì ha documentato i casi di oltre mille bambini abusati sessualmente da oltre 300 sacerdoti, si è abbattuto un altro macigno: il racconto di quattro sorelle che hanno rivelato di essere state abusate per anni da un prete della città di Enhaut di cui si fidavano ciecamente e che costituiva per loro una guida spirituale da seguire.
Patty, Lara, Teresa e Carolyn Fortney, sull’onda delle segnalazioni di questo tipo che con il passare del tempo si moltiplicano a dismisura, sono uscite allo scoperto raccontando alla Cbs Evening news delle molestie subite negli anni ’80, anni in cui erano troppo giovani per capire cosa stava accadendo e troppo ingenue per sospettare che dietro certi strani comportamenti di quell’uomo così premuroso si potesse nascondere qualcosa di orribile. Solo dopo, crescendo, hanno capito. Carolyn ha rivelato che non aveva nemmeno due anni quando cominciò a essere abusata. «Non me ne sono resa conto fino all’età di 12 anni – ha detto – Stavo guardando un film su un prete che molestava i chierichetti: in quel momento mi si è accesa la lampadina e ho messo insieme la miriade di “strane cose” che avevo subito, riuscendo a dare un significato a tutto».
Le sorelle Fortney raccontano di essere cresciute idolatrando il reverendo Augustine Giella, e non vedevano la sua gentilezza come qualcosa di sinistro. «Ci dava sempre caramelle, ci portava fuori, ci regalava vestiti, giocattoli, tutto ciò che volevamo» dice Teresa. Patty aveva 13 anni quando Giella la molestò di fronte alle sue sorelle. «Mi abbracciava, mi palpeggiava e mi baciava continuamente di fronte a loro, cercando di mettermi la lingua in bocca. Ma io mi ripetevo continuamente, autoconvincendomi, che non poteva esserci nulla di sbagliato perché lui era il mio prete, il mediatore tra Dio e l’uomo, e andava bene così».
Ma l’audacia di Giella non si limitava a questo, e le sorelle non riescono a capire come sia stato possibile che i loro genitori non si siano mai accorti di nulla. «Faceva queste cose – dice Lara – anche quando era seduto al tavolo della nostra cucina, davanti a mio padre e mia madre: come possono non aver sospettato nulla? Noi quattro sorelle, poi, non parlavamo mai tra noi delle cose che subivamo: lo sentivamo come un tabu».
Giella, che nel 1989 si ritirò dal proprio ministero, non fece comunque una bella fine, anche se non fu mai condannato: arrestato per possesso di immagini poronografiche (tra cui foto nude di Carolyn) morì a 72 anni nel 1993 quando era ancora in attesa di processo, senza scontare quindi la pena che avrebbe meritato. Le sorelle Fortney dicono di essere uscite allo scoperto, superando il loro senso di vergogna, nella speranza che la loro orribile storia ispiri altre vittime a farsi avanti.
La diocesi di Harrisburg ha dichiarato alla Cbs di aver inviato scuse e preghiere alla famiglia Fortney, ma le sorelle, che hanno tutte lasciato la chiesa cattolica, dicono di non aver mai ricevuto scuse dirette dall’arcidiocesi.
https://www.ilmessaggero.it/primopiano/esteri/pennsylvania_nuovo_scandalo_sulla_chiesa_quattro_sorelline_abusate_sessualmente_anni_da_un_prete-3958974.html
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