Il premier Enda Kenny ha duramente criticato la Chiesa per non aver preso misure adeguate contro i preti pedofili
«Lo stupro e la tortura di bambini venivano minimizzati o gestiti internamente per salvaguardare il primato dell’istituzione»
21 luglio 2011
Il premier irlandese Enda Kenny ha attaccato duramente il Vaticano in un discorso al Parlamento, accusandolo di non aver preso misure adeguate per fermare gli abusi sessuali dei preti cattolici sui minori. Kenny si è basato sui risultati di un rapporto pubblicato la scorsa settimana, in cui è emerso che il Vaticano aveva cercato di coprire gli abusi avvenuti nella diocesi di Cloyne dal 1996 al 2009.
Secondo il rapporto il vescovo John Magee, a capo della diocesi di Cloyne dal 1987, non aveva adottato misure sufficienti per risolvere il problema nella propria diocesi esponendo così i bambini a nuovi potenziali abusi. Il suo comportamento era allineato alle richieste del Vaticano che nel 1997 aveva inviato un documento ai vescovi dell’Irlanda per indurli a non denunciare i casi di pedofilia nella Chiesa alle forze di polizia e a gestire internamente i casi di abuso contro i minori, stabilendo punizioni per i possibili colpevoli. Lo scandalo ha portato alle dimissioni di Magee, avvenute lo scorso marzo.
Kenny ha detto che il rapporto tra la Chiesa cattolica e lo stato irlandese non potrà più essere lo stesso e ha accusato il Vaticano di elitismo, narcisismo, e di essere fuori dalla realtà: «Lo stupro e la tortura di bambini venivano minimizzati o gestiti internamente per salvaguardare il primato dell’istituzione, il suo potere, la sua posizione e reputazione». Il premier ha anche ammesso le colpe dello Stato per non aver protetto adeguatamente i bambini e ha aggiunto che il governo proporrà delle nuove misure in cui i «bambini saranno al primo posto» .
Il leader dell’opposizione Michael Martin si è detto d’accordo con il premier e ha ricordato che già nel 2009, dopo la pubblicazione del rapporto Murphy sui tentativi della Chiesa di coprire gli abusi nella diocesi di Dublino, il Vaticano aveva preferito concentrarsi sugli interessi della Chiesa anziché cooperare pienamente nell’indagine del governo.
Il reverendo Federico Lombardi, che dirige l’ufficio stampa della Santa Sede, ha detto che alcune critiche alla Chiesa sono esagerate e che «dimostrano una scarsa consapevolezza di quel che il Vaticano ha fatto per aiutare a risolvere il problema». Il ministro della Giustizia irlandese ha criticato le sue parole definendole «un’uscita infelice e in malafede».
www.ilpost.it/2011/07/21/lirlanda-attacca-il-vaticano/
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