Era esplosa col caso molto controverso del vescovo di Osorno Juan Barros
La nunziatura apostolica a Santiago del Cile resta sotto i riflettori. Nonostante la colecistectomia dell’inviato papale, Mons. Charles Scicluna, sono proseguiti i colloqui con testimoni e vittime di abusi sessuali avvenuti in Cile per opera di uomini di chiesa.
E’ stato il prelato spagnolo Jordi Bertomeau, collaboratore di Scicluna che ha continuato gli incontri. La commissione d’inchiesta vaticana ha facoltà di ascolto di tutte le testimonianze.
ISAAC GIVOVICH, portavoce delle vittime degli abusi: Stiamo parlando di uno dei casi di abusi ecclesistici piu’ estesi al mondo, parliamo di decine di vittime e di decine di religiosi coinvolti. Il nostro obiettivo è una reale riconciliazione con la Chiesa.
La bolla era esplosa col caso del vescovo di Osorno, mons. Juan Barros, che si ritiene abbia coperto gli abusi sessuali del proprio padre spirituale don Karadima. Nel suo recente viaggio in Cile il Papa aveva ribadito la condanna nei confronti della pedofilia ma il caso Barros è rimasto molto controverso e per molti fedeli cileni il Vaticano non si era reso conto della gravità della situazione. Da qui la necessità di istitutuire una commissione d’ascolto.
JOSE ANDRES MURILLO, vittima di abusi: Tutti i bambini e le bambine così come coloro che intendono coltivare la loro spiritualità, la loro fede all’interno della Chiesa Cattolica, non devono temere di essere vittime di abusi. A noi sembra inaccettabile che i vescovi nascondano e proteggano gli aggressori sessuali, sono cose che non possono più accadere. Adesso si è mostrato qui un aspetto molto diverso della Chiesa cosa che ci riempie di speranza.
Monsignor Scicluna resta disponibile a raccogliere testimonianze anche dopo la sua partenza, che finora era prevista per venerdì ma slitta in seguito all’intervento chirurgico andato a buon fine.
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