Le vittime erano ragazzini rom tra i 13 e i 17 anni. I clienti uomini di mezza età, tra i 35 e gli 80 anni. Tra loro tanti viaggiatori di passaggio alla Stazione Termini, lo scalo principale di Roma, un professionista e anche un parroco 68enne di due chiese nel Viterbese. In casa del prete, don Dino, arrestato assieme ad altre sette persone, durante una perquisizione è stato trovato un archivio di pedopornografia: foto, video, file di ragazzini ritratti in atteggiamenti inequivocabili. Un altro dettaglio inquietante della storia, come racconta Repubblica, è che il prete, padre Placido Greco, scriveva anche racconti a sfondo sessuale sotto pseudonimo.
A sancire definitivamente lo sdoppiamento di personalità è lo pseudonimo di don Dino. Il prete infatti scriveva romanzi pornografici sotto il nome di Gabriele Doni. Gabriele, come il santo patrono dei bambini.
Ma non è l’unico religioso ad essere coinvolto nell’inchiesta. Un ex parroco, originario della Toscana, è stato infatti denunciato. L’uomo era stato allontanato dalla parrocchia di cui era titolare in seguito ad altri reati. I ragazzini si prostituivano anche nei pressi dei binari e vicino ai negozi della galleria. Anche di giorno. Per una manciata di euro, tra i 10 e i 50, seguivano i clienti nei bagni della stazione e persino sui treni in sosta. Dietro di loro, è convinta la Procura di Roma e la Polfer, non c’era una vera e propria organizzazione. Ma un disgustoso passaparola tra i clienti, moltissimi habituè, che adescavano i ragazzini. È la drammatica storia di prostituzione minorile portata alla luce dall’operazione Meeting Point della polizia che ha fatto scattare le manette nei confronti di otto persone non solo nel Lazio, ma anche a Napoli, Chieti e Vigevano, dove sono state eseguite anche le perquisizioni domiciliari.
Il punto d’incontro che ha dato il nome all’inchiesta è la stazione Termini di Roma, crocevia di migliaia di persone ogni giorno. Tra loro si celavano anche insospettabili passeggeri alla ricerca di sesso, tra cui anche un pr dei locali sul litorale, commercianti ed operai. Si facevano trovare nell’area delle scale mobili dove attendevano i minori, poi si appartavano in albergo, nelle loro abitazioni, nei parchi ma anche nei bagni pubblici e a bordo dei treni fermi in stazione. Per avere i contatti con i ragazzini era bastato il passaparola, che in breve tempo aveva però messo in allerta gli uomini della polizia ferroviaria, insospettiti da uno strano viavai e da quegli incontri immortalati nelle telecamere di sorveglianza. Proprio dall’analisi dei telefonini dei minori gli agenti hanno avuto la certezza dei rapporti che ogni giorno si consumavano alla stazione, anche in pieno giorno. I minorenni, in tutto una quindicina tra ragazzi e ragazze, venivano infatti contattati dai “clienti” attraverso telefonate o sms.
http://www.huffingtonpost.it/2015/05/22/prete-arrestato-prostituzione-minorile-roma-termini_n_7419176.html
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