Il Vaticano ha deciso, sarà il tribunale canonico a giudicare l’ex parroco di
Don Luciano Massaferro evita la riduzione allo stato laicale, almeno per ora. Le autorità vaticane hanno deciso che il parroco di San Vincenzo e San Giovanni dovrà essere sottoposto a un processo canonico per valutare eventuali sanzioni nei suoi confronti. Il provvedimento è stato firmato da Benedetto XVI negli ultimi giorni del suo pontificato, ma è arrivato a conoscenza della curia albenganese solo la scorsa settimana. A presiedere il collegio giudicante sarà monsignor Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza episcopale italiana e arcivescovo di Genova.
Il ricorso alla giustizia religiosa rappresenta una prima vittoria per il vescovo Mario Olivieri, che si era opposto all’ipotesi di “spretare” don Massaferro senza passare attraverso il giudizio canonico. Questo provvedimento è previsto per i crimini più gravi, quando il Vaticano si allinea alle sentenze dei tribunali penali italiani perché le considera esaustive e corrette. In questo caso, evidentemente, i vertici cattolici hanno ritenuto necessario un ulteriore approfondimento rispetto alle verifiche compiute dai magistrati del tribunale di Savona, della corte d’Appello di Genova e della Corte di Cassazione a Roma.
Lo scorso luglio, l’ultimo grado del sistema giudiziario italiano ha confermato la condanna a sette anni e otto mesi di reclusione per il sacerdote alassino. Don Massaferro è stato ritenuto colpevole di violenza sessuale ai danni di una chierichetta undicenne nell’estate del 2009. In base al verdetto, il prete ha abusato della bambina (ora quindicenne) in tre distinte occasioni. A pesare sull’esito del processo sono stati anche i tentativi di bloccare la segnalazione della vicenda alle forze dell’ordine, effettuati nell’autunno del 2009 sia dall’imputato sia da un’amica, attraverso conversazioni con la piccola e i suoi familiari.
Purtroppo per il parroco, però, la denuncia era già stata inoltrata agli investigatori dai medici che avevano visitato la bimba dopo i primi segnali di insofferenza psicologica. Le indagini della polizia hanno confermato la tesi accusatoria e la vittima ha ribadito la versione iniziale durante l’incidente probatorio.
Nei mesi scorsi, gli avvocati del pedofilo hanno presentato ricorso alla corte europea di Strasburgo, sostenendo che il parroco è stato vittima di un caso di malagiustizia. Se il tribunale internazionale per i diritti dell’uomo accogliesse l’istanza del religioso, si aprirebbe la strada per la ripetizione del processo penale.
Nel frattempo si svolgerà a Genova il procedimento canonico per decidere se allontanare o meno don Massaferro dall’attività religiosa. Come nelle aule giudiziarie di Savona, Genova e Roma, la difesa dell’imputato punterà sull’assenza di elementi probatori oltre alla testimonianza della bambina, considerata inattendibile dai legali del sacerdote.
http://www.lastampa.it/2013/05/09/edizioni/savona/don-luciano-rimane-prete-nonostante-la-condanna-per-pedofilia-MY4HQINYnXcjy4fdvnrpLO/pagina.html
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