L’Italia è uno strano paese dove vediamo spesso, di fronte a problemi gravi e conclamati, vuoti legislativi e una mancanza di buonsenso che porta inevitabilmente a diventare complici di quelle situazioni e non perché si è fatto qualcosa a favore, al contrario, proprio perché malgrado la consapevolezza che c’è un problema, non si è fatto nulla per non favorirlo.
Uno di questi problemi è quello dei preti pedofili di cui siamo oramai tutti ben consapevoli almeno dal 2000 e per il quale persino i più scettici hanno avuto modo di levarsi qualsiasi ragionevole dubbio dopo la pesantissima relazione del 2014 della Commissione Onu per i diritti del bambino, che ha chiesto espressamente che il Vaticano avviasse una piena collaborazione con le autorità civili che perseguono gli abusi nei vari Paesi, che la sospensione dei sacerdoti accusati avvenga immediatamente, che siano previste sanzioni effettive per i superiori che coprono casi di abuso, che vengano soccorse le vittime di quei preti.
Tra le raccomandazioni più importanti la Commissione chiese sia al Vaticano che al Governo Italiano di rivedere specificatamente quella parte dei Patti Lateranensi nella quale si solleva la gerarchia ecclesiastica dall’obbligo della denuncia. Quest’ultima è molto importante perché la stessa Commissione Onu ravvisò che proprio le procedure interne della chiesa – anche grazie al fatto che le gerarchie non fossero obbligate a denunciare – avevano favorito l’insabbiamento sistematico di centinaia di casi producendo migliaia di altre vittime e lasciando impuniti i loro carnefici.
Dal 2014, il Governo Italiano non ha per il momento neppure preso in considerazione l’idea di colmare questo grave ed evidente vuoto legislativo, tanto meno la Conferenza Episcopale Italiana, che proprio approfittando di questa lacuna, non ha inserito neppure nelle linee guida del 2014 l’obbligo della denuncia per i vescovi .
Quello dei vescovi, nella gerarchia ecclesiastica è un ruolo molto importante perché costui è il “controllore” di tutto ciò che avviene sul territorio della sua diocesi ed è a lui che il Codice Canonico impone che il sacerdote si rivolga qualora ci sia un problema, come per esempio quello di un collega che abusa di minori. Di li in poi sarà il vescovo a gestire il caso.
Abbiamo quindi deciso di stilare questa lista che abbiamo voluto chiamare “GLI INSABBIATORI” nella quale prendiamo atto delle scelte che le gerarchie italiane, malgrado i proclami della Santa Sede e facendosi forza del privilegio dell’impunità che il Governo gli concede, hanno fatto nei vari casi di abuso sessuale di minori.
Diciamo che sulla base di quelli che sono i doveri morali nonché gli insegnamenti del vangelo, senza giudicare annotiamo quelle che di fatto sono o non sono state le decisioni di coloro che ancora oggi rivestono nella gerarchia ecclesiastica un ruolo le cui scelte non sono affatto indifferenti e potrebbero nuocere ai minori.
N.B. 1)L’elenco si riferisce solo ai casi italiani, 2)a prelati di nazionalità italiana o a straniera che hanno operato sul suolo Italiano o presso la Santa Sede.