Il processo a Giuseppe Rugolo, il sacerdote arrestato il 21 aprile del 2021 con l’accusa di violenza sessuale aggravata a danno di minori, proseguirà a porte chiuse.
Così ha deciso oggi il Tribunale di Enna, ritenendo ancora sussistenti le esigenze di riservatezza. Nel corso dell’udienza è stato conferito l’incarico al perito che procederà alla verifica dell’autenticità della chat, intercorsa tra la vittima ed un’amica, acquisita su richiesta della parte civile, che comproverebbe gli abusi subiti dal giovane all’epoca dei fatti.
Il Tribunale di Enna ha rigettato, invece, la richiesta avanzata dalla difesa dell’imputato, di acquisire i supporti informatici della persona offesa.
L’avvocato della vittima, Eleanna Parasiliti Molica, infatti, ha segnalato che questo costituisce l’ennesimo tentativo della difesa di Giuseppe Rugolo, di mettere le mani su telefoni e computer.
In tutte le denunce ai tre giornalisti, presentate dal sacerdote, e la denuncia, da ultimo, alla vittima, per diffamazione e diffusione di atti procedurali, c’è la richiesta di sequestro dei supporti informatici.
In aula il legale di Rugolo ha manifestato preoccupazione per l’incolumità di Rugolo dopo che sarebbe apparsa una scritta in città contro il sacerdote.
Situazione immediatamente smentita dal legale della vittima che ha raccontato come, lei stessa, in compagnia del figlio minore, sia stata controllata mentre partecipava ad una messa al Duomo di Enna e abbia dovuto giustificare la sua presenza in chiesa e di altri episodi che fanno trasparire l’avversione, da parte di una frangia ben identificata, nei confronti di chi si sta occupando del caso. La prossima udienza è prevista per il 13 dicembre con audizione del perito informatico e la requisitoria del pm Stefania Leonte.
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