«Non c’è nulla di male nel fare queste cose. Come vedi lo fa anche don….».
Emergono ulteriori elementi inquietanti dalle indagini sul diacono pontino accusato di violenza sessuale su una serie di minori e arrestato. Gli inquirenti sospettano che l’indagato, che era anche un insegnante di religione al liceo scientifico «Majorana» di Latina e che prima di finire sotto accusa era impegnato in una casa famiglia di Terracina, abbia mostrato ad alcune vittime un video porno realizzato con un sacerdote per convincere i minori a fare sesso con lui.
Il caso è esploso nel gennaio scorso, quando la garante per l’infanzia e l’adolescenza Monica Sansoni ha raccolto le confidenze di alcuni studenti del capoluogo pontino. La Procura di Latina ha aperto un’inchiesta e il vescovo Mariano Crociata ha così sospeso il diacono.
Accusato di aver abusato di un minore vicino alla sua famiglia e di alcuni giovani del liceo, il 50enne Alessandro Frateschi a luglio è stato messo ai domiciliari. I carabinieri hanno poi raccolto le denunce di altri minori. Frateschi, vicino anche all’Azione Cattolica, anche se non era un iscritto e non aveva ruoli nell’associazione, secondo gli investigatori aveva tra l’altro mostrato un video porno a una delle vittime, in cui si vedeva un prete.
Gli inquirenti sospettano ora che non si trattasse di un anonimo sacerdote o sedicente tale, ma di un prete del posto con cui l’indagato avrebbe fatto sesso, riprendendo quegli incontri all’insaputa dello stesso. Il dubbio è poi quello che quei video siano stati usati per evitare che i minori facessero resistenza, convincendoli che se compiva determinati atti un prete che loro conoscevano bene, non c’era nulla di sbagliato nel fare determinate cose.
Un’ipotesi ovviamente ancora da verificare, mentre il sacerdote, estraneo alle accuse e non indagato, è stato da qualche tempo spostato in un altro centro pontino rispetto a quello dove operava al momento in cui avrebbe avuto rapporti con Frateschi, che in passato era entrato in seminario, dal quale sarebbe però stato allontanato.
Gli inquirenti sospettano però anche che vi fosse una rete di pedofilia che si muoveva tra parrocchie, case famiglia e scuola, e che la stessa godesse di una serie di protezioni, visto anche che alcune persone, insospettabili compresi, avrebbero avvicinato alcune vittime per spingerle a ritirare le denunce e avrebbero compiuto atti intimidatori. Un dubbio maturato soprattutto alla luce dei contatti emersi tra Frateschi e Mirko Campoli, ex dirigente di Azione Cattolica, anche lui accusato di violenze su minori a Tivoli e arrestato.
E su quest’ultimo oggi il giudice per l’udienza preliminare del tribunale tiburtino, Emanuela Maria Francini, dovrà decidere se disporre il rinvio a giudizio. Campoli è accusato di violenza sessuale aggravata e continuata nei confronti di due minori, che gli erano stati affidati dai genitori in un campo scuola.
Oggi chiederà al giudice Francini di costituirsi parte civile anche la garante per l’infanzia e l’adolescenza. Una scelta quest’ultima fatta considerando che determinati reati sono considerati una lesione dei diritti dei minori e dei coincidenti diritti ed interessi dell’istituzione del Garante, soprattutto quando i diritti sarebbero stati lesi da figure educative e formative che dovrebbero garantire educazione e crescita e ai quali è diretta anche l’attività formativa del Garante.
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