Sì, era più grande di 10 anni di quella ragazzina, ma ne era innamorato. E pensava che quella relazione affettiva, pur con tutte le anomalie del caso, fosse lecita e in qualche modo paritetica. L’invio di immagini pornografiche? Per quanto incredibile possa sembrare, non avrebbe ravvisato nessun profilo di illiceità.
Comparso ieri pomeriggio, lunedì 19 luglio, dinanzi al gip del Tribunale di Milano Alessandra Clemente per l’interrogatorio di garanzia, il 26enne ex seminarista, fino al gennaio scorso aiuto del parroco e addetto alla gestione dell’oratorio a Cuggiono, ha scelto di rispondere alle domande, finendo per abbozzare quella che già ora appare come la sua linea difensiva.
Accompagnato dall’avvocato Mario Zanchetti, l’ex aspirante sacerdote si è difeso senza negare l’accaduto, ma escludendone la connotazione illecita. Lo aveva già fatto in un precedente interrogatorio con l’autorità giudiziaria. Una linea difensiva esplicitata con tutte le cautele del caso, senza voler urtare la sensibilità della vittima, che va evidentemente a scontrarsi contro la posizione intransigente adottata da Diocesi di Milano e dalla parrocchia cuggionese.
Appena è emersa, lo scorso mese di gennaio, l’ipotesi di abusi sessuali a carico del seminarista, che frequentava il primo anno di teologia al seminario di Venegono Inferiore, la Diocesi aveva provveduto a sospendere il suo percorso formativo seminaristico e la parrocchia si era rivolta ai genitori della ragazza informandoli dell’accaduto e del loro diritto di adire alle vie legali. Gravato da venerdì scorso dalla misura del divieto di avvicinamento alla ragazza, all’oratorio, alla parrocchia e alla scuola frequentato dalla ragazza, l’indagato, dopo la cacciata da Venegono, avrebbe iniziato a lavorare come operaio in una località lontana dall’Alto Milanese.
https://www.prealpina.it/pages/cuggiono-lex-seminarista-io-le-volevo-bene-253537.html
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