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PADRE AMOS ALDEGHI MORTO A CAPRIATE IL 20-3-2021

Redazione Web by Redazione Web
20 Marzo 2021
in Liguria, Lombardia
Reading Time: 8 mins read
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Padre Amos Aldeghi, un anziano Padre Camilliano di quasi 88 anni, è morto presso la RSA di Capriate San Gervasio (BG) sabato sera 20 marzo 2021, alle 18,30 circa.
Era nato nel marzo 1933 a Rovagnate (Comune che oggi si chiama “La Valletta Brianza”) in provincia di Lecco.

Nella sua lunga carriera sacerdotale ha frequentato la “Visconta” (Villa Visconti) di Besana Brianza, la “Casa Alpina don Piero” di Santa Caterina (località di montagna) e il “C.C.M.” di Milano Marittima, dove centinaia di bambini nel corso di alcuni decenni lo hanno conosciuto.
Esistono numerose generazioni di bambini e ragazzi (oggi adulti) che negli anni sessanta, settanta, ottanta e novanta sono stati ospiti al CCM (“Centro Climatico Marino”) di Milano Marittima. Questa “residenza” per bambini e ragazzi collocata al centro di una delle più famose località turistiche della Romagna, era una “colonia estiva e invernale” gestita dai Padri Camilliani, convenzionata con Enti e Aziende che inviavano a questa residenza i ragazzi per brevi soggiorni, sia in estate che in inverno.

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Molti di questi ragazzi erano figli dei dipendenti della Pirelli (il mio caso), o di altre aziende, o appartenenti a famiglie che aderivano a convenzioni con vari Comuni.
Che cosa era una “COLONIA”? Ne esistono ancora?
Forse il concetto che più assomiglia a una colonia, attualmente, è quello del “Collegio”, e i ragazzi di oggi, che hanno visto le varie stagioni del docu-reality “il Collegio” in onda in televisione su RaiDue dal 2017 probabilmente possono farsi una idea. Ma non era precisamente la stessa cosa.

Era una comunità di bambini e ragazzi (età dai sei ai tredici anni circa) che soggiornavano in questa località, lontano da casa, senza i genitori o altri famigliari, assistiti solo da un organizzato staff di educatrici, inservienti, responsabili, e (appunto), alcuni Padri Camilliani. Fra questi c’era Padre Amos, che si occupava quasi a tempo pieno dei suoi ragazzi, tenendoli occupati con varie attività, coadiuvato dalle educatrici, chiamate semplicemente “signorine”.

In inverno i ragazzi “ospiti” della colonia erano relativamente pochi, una trentina o poco più. Erano presenti anche due sezioni scolastiche appositamente istituite dentro l’Istituto, per la continuità dell’anno scolastico dei bambini ospiti. In estate invece il numero di bambini e ragazzi era molto più alto, con svariate decine di ragazzi, suddivisi in squadre, ciascuna con una sua “signorina” di riferimento e un nome: “Squali”, “Panda”, “Ninfe”, “Stelline”, ecc.
Padre Amos era per i ragazzi il tutto e di più. Lui faceva tante cose, dal celebrare la Santa Messa della domenica fino al giocare a pallone con i ragazzi ogni santo giorno. Li faceva giocare, li accudiva, li educava, li controllava, li confessava, …organizzava i “quiz”, le serate con proiezioni cinematografiche, giochi all’aperto, “olimpiadi”, passeggiate in pineta, giornate in spiaggia. Svegliava i ragazzi ogni mattino con un impianto interfono da lui chiamato “radio CCM”, dava loro la buona notte alla sera. Si occupava anche dell’igiene personale dei ragazzi, gestendo il flusso di accesso dei bambini ai bagni e alle docce.

Ho avuto l’opportunità di partecipare ad alcune di queste esperienze, in colonia, al CCM di Milano Marittima: erano gli anni tra il 1978 e il 1980. Sono stato al CCM spesso in inverno, con turni che duravano quasi due mesi, e una sola volta in estate: l’ultima volta nel mese di Agosto 1980.

Questa qui sopra è l’unica immagine in cui compaio insieme a Padre Amos. E’ la squadra degli “Squali”, agosto 1980.
Avevo tra gli otto e i dieci anni e in queste mie “vacanze” a Milano Marittima ho avuto la possibilità di conoscere bene Padre Amos e di apprezzarlo: era severo, autorevole, otteneva rispetto senza incutere paura, sapeva essere simpatico, sapeva farci ridere, sapeva essere serio nei momenti in cui occorreva, sapeva essere un clown nei momenti ludici. Aveva un carisma e una personalità speciale, magnetica, una oratoria semplice, diretta, efficace. Metteva alla berlina i comportamenti non virtuosi dei ragazzi senza citare né umiliare nessuno, facendoci divertire.

(Una rielaborazione critica dei miei ricordi mi consente di affermare con ragionevole certezza che: no, non ho mai percepito in lui comportamenti sospetti di pedofilia, impuri o morbosi, nonostante avesse l’occasione di mettere gli occhi e le mani addosso a bambine e bambini di tenerissime età. Era un uomo puro.).

Alla domenica celebrava la Messa nella chiesina interna all’Istituto, e quando diceva la predica era per me un piacere ascoltarlo, perchè la sua non era noiosa come una predica di un sacerdote, ma interessante e divertente come un monologo teatrale.
Per questo motivo io lo paragonavo a Dario Fo, ed anzi lo ritenevo un suo sosia.
Mentre ero in uno di questi turni in colonia al CCM, nell’autunno del 1978, guardammo in televisione l’elezione del nuovo Papa, che aveva un nome straniero, e solo lui sapeva pronunciare quel nome. Poi durante la messa nelle formule di rito dopo la consacrazione del pane e del vino, recitava la frase “preghiamo per il nostro papa Giovanni Paolo e il nostro vescovo Ersilio”, ed io pensavo: ma che nome strano questo vescovo! Era il vescovo della diocesi di Ravenna, che solo molti anni più tardi ho avuto la possibilità di conoscere vedendolo spesso in Televisione (il conosciutissimo mons. Ersilio Tonini).

Padre Amos era tifoso di calcio, una volta ci portò a un campo sportivo a vedere la partita di calcio Cervia-Ravenna, e i ragazzi cercavano di scoprire se lui fosse tifoso del Cervia o del Ravenna. Faceva da arbitro nelle nostre partitelle, non mollava mai il fischietto, e “somministrava” cartellini gialli e rossi ai ragazzi più vivaci. A me non piaceva giocare a calcio, ma lui faceva giocare anche me. Appena mi capitava la palla vicino a un piede davo un calcione e spedivo la palla lontano, facendo correre tutti i bambini altrove.

Alla sera ci faceva guardare la televisione, in alcune stagioni andava in onda “Happy Days”, e padre Amos cercava di scoprire se noi fossimo ammiratori di Fonzie o dei suoi antagonisti. Nella grande sala giochi c’erano i calcetti (calciobalilla), il tam tam, i giochi da tavolo, ma spesso padre Amos organizzava il tiro alla fune, coinvolgendo tutti i ragazzi. Memorabili i suoi Quiz: lui faceva le domande e i ragazzi, suddivisi in squadre, dovevano rispondere. Era attrezzatissimo con un impianto elettrico con pulsanti, campanelli, segnapunti, tabellone e tutti gi accessori di un vero telequiz. Una sera fece partecipare anche le squadre degli Inservienti e delle Assistenti, e fu una serata Quiz in cui i ragazzi si scaldarono tantissimo facendo il tifo specialmente per le “inservienti”.

Quando venivano proiettati i film lui era il tecnico del cinematografo: maneggiava le pizze con le pellicole, aveva un antico proiettore e proiettava le immagini su un grande lenzuolo bianco. Noi potevamo guardare i film con la preziosa compagnia di beni di conforto: gli ambitissimi lecca lecca alla fragola, all’arancia o al limone, le caramelle gommose e le liquirizie, vendute dalla signorina capa (la signora Fernanda) o spacciate da altre signorine al prezzo di poche centinaia di lire. Fu al CCM che mi feci una cultura con tutta la filmografia di Bud Spencer & Terence Hill, e altri film western, il genere preferito da padre Amos e dalla maggioranza dei ragazzi.

Qualcuno conoscerà il disc-jockey aviere Adrian Cronauer (Robin Williams) che grida “Good Morning, Vietnam!”, nell’omonimo film del 1987, ma non è niente di nuovo. Padre Amos aveva già inventato il suo “Good Morning CCM” molti anni prima, con la sua “radio CCM”. Amante della tecnologia, la sfruttava, e ci giocava, e ci svegliava ogni mattiva. Accendeva il suo interfono, e dal suo studio diffondeva la sua voce a vari potenti altoparlanti installati nelle camerate. E mentre noi eravamo ancora nel letto lui iniziava a gridare: “Chicchirichì… chicchiricòooo…. buon giorno bambini, svegliaaaaa!” come un sergente burlone, dispettoso e bizzarro. Così cominciavano, ogni mattina, le nostre giornate.
Aveva anche inventato una canzone, l’inno del CCM: “CCM la squadra campion”, Da cantare durante i giochi all’aperto e in occasione delle sue “olimpiadi”.

Con la morte di Padre Amos, il CCM muore per la seconda volta. L’istituto era già “morto” da alcuni anni in quanto in Viale Due Giugno è ancora presente il grande caseggiato in stile liberty (con una facciata imponente, assomigliante alla Casa Bianca) ma è completamente vuoto e abbandonato da molto tempo.

Sacerdote, animatore, mattatore, re dei Quiz, cineasta, clown, calciatore… padre Amos faceva anche il muratore!
Mi ricordo che era impegnato a riempire di malta e tondini di ferro alcuni “stampi” (realizzati con tavole di legno) per creare manufatti edili per sostituire i paletti deteriorati che costituivano la recinzione perimetrale del CCM.
L’istituto ha infatti un lungo perimetro, interamente recintato con questi manufatti in cemento, che si sviluppa lungo Viale Due Giugno, Viale Zara, Viale Bologna, Viale Romagna, Viale Forlì. Lo osservavo con curiosa attenzione come ogni bambino osserva un maestro artigiano mentre esercitava la sua arte. Mi incuriosiva e mi affascinava essere il privilegiato e ravvicinato osservatore di un uomo che maneggiava con la stessa abilità la cazzuola e il calice del Sangue di Cristo, il frattazzo e il turibolo, la malta e l’incenso, il pallone da calcio e la Cultura, la conoscenza pedagogica delle delicate sfumature emotive di decine di ragazzi e la rigorosa concretezza di una complessa organizzazione da gestire.
Mi aveva fatto diventare muratore, chierichetto, calciatore, concorrente di telequiz, campione di dama e di calciobalilla.
Quel turno del mese di Agosto 1980 fu l’ultimo per me. Di solito (in occasione dei turni invernali) si andava a Milano Marittima col treno partendo dalla Stazione Centrale di Milano e arrivando alla stazione di Cesena, per poi trasferirci a Milano Marittima con un pullman. A diffferenza dei viaggi precedenti, nell’agosto 1980 il nostro viaggio fu interamente in pullman e non in treno, e scampammo così alla terribile coincidenza con la strage alla stazione di Bologna.
Fu il mio ultimo anno al CCM.
Rividi il CCM molti anni dopo, da adulto, come un turista di passaggio, trovando il cancellone chiuso, tutto vuoto, tutto abbandonato, senza il glorioso stemma sulla facciata, senza alcuna persona che ci chiedesse “chi siete? Cosa desiderate? perchè siete qui a guardare dentro?”.
Secondo quanto riferiva un post pubblicato nel 2014 dal sito “cerviaemilanomarittina.org” l’edificio, costruito nel 1929 e gestito per parecchi decenni dai Padri Camilliani, vide una cessazione delle attività verso il finire degli anni Novanta. L’edificio fu utilizzato per ospitare il reality televisivo di Italia1 “Campioni, il sogno” (l’avventura calcistica del Cervia allenato da Ciccio Graziani), negli anni tra il 2004 e il 2006.
Nella stessa pagina di blog del 2014 c’è scritto infine: “il Centro Climatico Marino è oggi di proprietà di Technogym, che lo vorrebbe trasformare in una beauty Farm.”.
(Non ho reperito pagine internet più recenti con ulteriori aggiornamenti).

Questa è una foto del CCM nel 2019 pubblicata in Facebook da Sabrina Pavan.
Era già morto lì, il CCM, ma avevamo ancora il caro ricordo di padre Amos e sapevamo che era ancora vivo, da qualche parte nel nord’Italia. Non sapevo con precisione dove.
Fino al 20 marzo 2021, giorno in cui si è velocemente diffusa la triste notizia.
Come spiega un comunicato pubblicato in una pagina Facebook, Padre Amos Aldeghi“Il religioso era stato recentemente ricoverato un paio di settimane nella Casa di Cura S. Camillo di Cremona per accertamenti e gli era stato applicato il peace-maker. Purtroppo non è bastato.”
“Questa sera del 20 marzo, alle ore 18:30 circa, nella sua stanza nella Casa religiosa di Capriate, è morto inaspettatamente per infarto.”
I funerali si sono svolti nella giornata di martedì 23 a Rovagnate, ma senza la possibilità per i “suoi” numerosi “ragazzi” di poter partecipare, a causa delle restrizioni indotte dalla pandemia.

La beffa più dolorosa per me è aver scoperto, dopo, che padre Amos era a Capriate il giorno in cui è morto.
Il CCM ha avuto centinaia di ragazzi per moltissimi anni. Ed io, senza saperlo, sabato sono stato il “ragazzo” che stava a pochi metri da Padre Amos nell’ultimo giorno della sua vita. Ero “il più vicino di tutti” a lui, fisicamente. Poche centinaia di metri. E non lo sapevo!
E non ho potuto né vederlo né salutarlo.

PADRE AMOS ALDEGHI MORTO A CAPRIATE IL 20-3-2021

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