La cattolica Polonia è stata sconvolta dal film documentario indipendente sui fatti di pedofilia raccontati dalle vittime e da chi li ha commessi. Due ore di testimonianze e confessioni nel docufilm intitolato, «Soltanto non dirlo a nessuno», che ha avuto in Polonia l’effetto di un elettroshock e ha travolto la campagna elettorale per le elezioni europee. Diffuso su YouTube, ha totalizzato 11 milioni di visualizzazioni in tre giorni, scatenando una tempesta politico-mediatica e diventando un caso sociale. Finanziato grazie a donazioni di internauti, il documentario è un’accurata indagine giornalistica che mette a confronto, attraverso telecamere nascoste, direttamente le vittime dei preti pedofili con i propri aggressori che in più occasioni confessano le proprie azioni e cercano di chiedere perdono sorpresi da questi incontri inaspettati, decenni dopo i fatti.
Sulla scia dello scandalo del prelato Henryk Jankowski, sacerdote vicino a Solidarnosc e icona della lotta contro il comunismo, il film mostra il sacerdote Franciszek Cybulski, confessore, consigliere e amico di lunga data Lech Walesa, ammettere i propri atti di pedofilia davanti ad una delle sue vittime, prima di offrirgli denaro a compensazione. Il film dimostra come la gerarchia ecclesiastica camuffa sistematicamente e minimizza la gravità dei comportamenti pedofili. Nel film documentario i giornalisti filmano anche un prete, con un passato in prigione, al quale è stato vietato, a vita, di lavorare con minori, dirigere una colonia spirituale per bambini. Appena il film è uscito il sacerdote in questione ha chiesto ai suoi superiori di potersi «spretare» e tornare allo stato di laico.
Il documentario segna un punto di svolta: davanti alla vastità dello scandalo per la prima volta sembra che sia l’episcopato che i politici vogliano passare dalle parole ai fatti. Solitamente, davanti a questo tipo di rivelazioni, la Chiesa ha sempre negato, ma questa volta l’episcopato si è espresso, arrivando addirittura a «ringraziare» l’autore del film, Tomasz Sekielski, secondo quanto ha riportato Le Monde. Il primate della Polonia, monsignor Wojciech Polak, si è detto profondamente toccato dal film e si è scusato per le ferite provocate dagli uomini della Chiesa. «Tutti i fatti devono essere chiariti», ha detto, «e nessuno, dentro la Chiesa, potrà evitare le proprie responsabilità».
Il film ha travolto anche la campagna per le elezioni europee. Il leader della maggioranza ultraconservatrice, Jaroslaw Kaczynski, ha annunciato l’intenzione di aumentare fino a trent’anni di prigione, senza condizionale, la pena per il reato di pedofilia e il leader della coalizione di opposizione liberale, Grzegorz Schetyna (Piattaforma civica), ha proposto di eliminare i termini di prescrizione nei casi di pedofilia. Ma il film, secondo Le Monde, solleva anche un’altra questione: la responsabilità del papa polacco, Giovanni Paolo II, beatificato nel 2011, sulla questione della pedofilia che è emersa sotto il suo pontificato.
https://www.italiaoggi.it/news/la-pedofilia-nella-chiesa-ha-sconvolto-la-polonia-2359402
Scopri di più da Rete L'ABUSO
Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.