Sfogliando il web, mi è capitato questo articolo di qualche settimana fa, sfuggito all’attenzione di molti, noi compresi.
Dal titolo che SIR (Servizio di informazione religiosa) ha dato all’articolo “Papa Francesco: legge su protezione dei minori in Vaticano, “multa per chi non denuncia”, prescrizione del reato è di vent’anni” i presupposti sembrerebbero molto interessanti.
Sembrerebbero, ma se aggiungiamo qualche dato omesso nell’articolo, per esempio che anche prima la prescrizione per il codice canonico era di 20 anni, è solo cambiato da quando decade, prima dal momento in cui accadeva il fatto, ora dalla maggiore età.
Impossibile poi, per uno che fa come me il tecnico, non notare che questo adeguamento ha una similitudine con la Carta di Lanzarote, alla quale però il Vaticano non ha mai aderito. Certo, come indica la Carta di Lanzarote, se il Vaticano introducesse anche il certificato anti–pedofilia non sarebbe male, anche se, entrambi i provvedimenti, vedrebbero attuazione solamente nello Stato della Città del Vaticano e nelle sue extraterritorialità. Anche questo particolare viene omesso nell’articolo di SIR.
Ma passiamo alla notizia CLAMOROSA, la multa da mille a cinque mila euro a chi non denuncia!
Anche qui, abilmente omesso l’indirizzo: multa non per la denuncia all’autorità giudiziaria civile, ma a quella canonica. Alla luce di questa omissione, ri-analizziamo il quadro della situazione e scopriamo che papa Francesco ha ulteriormente inasprito le regole di omertà, e non, come si tenta di far credere nell’articolo, promosso la trasparenza.
Certo, se invece di multare i vescovi, che poi pagheranno, se va bene, con i soldi dei fedeli, avesse premiato i vescovi che, al contrario, denunciano, magari anche all’autorità giudiziaria i colleghi pedofili, non solo avrebbe avuto più successo, ma avrebbe fatto anche qualcosa di utile.
Redazione
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