Nei mesi scorsi, in preparazione al summit mondiale voluto da Papa Francesco sul tema della protezione dei minori in contrasto alla piaga della pedofilia in abito clericale, meeting che si è svolto dal 21 al 24 febbraio 2019, Rete L’ABUSO, non ricevendo alcuna disponibilità da parte del Vaticano per essere ricevuta con un piccolo comitato di vittime e loro familiari al fine di fornire il proprio contributo per la preparazione dell’evento, aveva preparato una campagna di consapevolezza.
La “campagna” aveva lo scopo di sensibilizzare la gente sul tema degli abusi sessuali e la loro gestione nell’ambito della chiesa cattolica, partendo da un dei tanti episodi concreti delle vittime che si rivolgono all’associazione, in particolare dalla vicenda che coinvolge l’attuale Arcivescovo di Milano mons. Mario Delpini e il sacerdote condannato in primo grado a sei anni e quattro mesi don Mauro Galli, per abuso sessuale aggravato.
L’iniziativa prendeva spunto da una lettera aperta destinata al Santo Padre, scritta dai familiari della vittima e pubblicata su ilfattoquotidiano.it, ma soprattutto poneva spunti di riflessione che a nome di tante vittime con storie analoghe di estrema sofferenza, avrebbero voluto condividere con il comitato organizzatore dell’evento così come auspicava lo stesso Pontefice.
Al termine del summit che ha trovato sintesi nel discorso conclusivo di Papa Francesco al termine della S. Messa celebrata domenica 24 febbraio 2019, pubblicato ufficialmente sul bollettino della Santa Sede e in seguito a quanto annunciato nell’omelia della medesima celebrazione:
“Faremo tutto quanto è in nostro potere per portare ai sopravvissuti agli abusi giustizia e guarigione; li ascolteremo, crederemo in loro e cammineremo con loro; faremo in modo che tutti coloro che hanno commesso abusi non siano mai più in grado di offendere; chiameremo a rendere conto chi ha nascosto gli abusi…”
I familiari della vittima di don Galli, si sono sentiti in dovere di scrivere nuovamente al Santo Padre con una seconda lettera aperta pubblicata su diversi quotidiani on-line (ilmessaggero.it, ilgiorno.it, ilmattino.it, secoloditalia.it, adnkronos.com, farodiroma.it, solo per citarne alcuni) per chiedere direttamente al Pontefice come si traduce in concreto quanto dichiarato dallo stesso Papa.
Le prime risposte arrivano dal Cardinale Gualtiero Bassetti presidente della Conferenza Episcopale Italiana, ma il contenuto lascia incredibilmente basiti.
I familiari della vittima di don Galli, scandalizzati dalle risposte, si sono quindi sentiti in dovere di scrivere una terza lettera aperta (LEGGI QUI), questa volta indirizzata sia al Pontefice Papa Francesco, sia al Cardinale Bassetti.
Rete L’ABUSO ha pertanto deciso di proseguire la campagna di consapevolezza aggiungendo nuove puntate:
IL DOPO SUMMIT del 21-24 Febbraio 2019 – INCONTRO MONDIALE DEI VERTICI DELLA CHIESA
«IL PARADOSSO DELLE PRIME RISPOSTE»
PEDOFILIA NEL CLERO – CASO DON GALLI/MONS. DELPINI
Introduzione:
Non ci si può accontentare delle parole, quando le parole non sono seguite dai fatti. Il summit dei Vescovi può portare dei frutti solo se vi sono della azioni concrete e in tempi brevi. Non basta dire che “un abuso è una mostruosità” e permettere che ciò si ripeta. Il tempo delle parole è scaduto. Le vittime di tutto il mondo attendono I FATTI. L’attesa produce solo altre vittime, in tutto il mondo.
Contenuti e anticipazioni del video:
Nel video si analizza la risposta alla lettera del comitato Vittime&Famiglie Rete L’ABUSO da parte del Cardinale Gualtiero Bassetti presidente della CEI.
In particolare si evidenzia come si traduce la paradossale proposta concreta, contenuta nella risposta in relazione al caso specifico, risposta emblematica che ha lasciato incredule le vittime, ma che al tempo stesso svela la poca serietà con cui la chiesa intende affrontare questa piaga, celando contestualmente e pericolosamente una strategia surreale incredibilmente contro le stesse vittime.
Spunti di riflessione:
- Le prime risposte ufficiali e concrete dei vertici della chiesa rappresentano “la cartina di tornasole” che misura quanto in realtà non vi è nessuna reale intenzione di cambiare la prassi consolidata che tutela i preti pedofili al posto delle vittime.
- Quando a seguito di incredibili evidenze del reiterato comportamento maldestro di alcuni Vescovi come mons. Delpini, il Santo Padre con fermezza agirà realmente in linea con la “Tolleranza Zero”?
- Quando la priorità sarà l’ascolto delle vittime e non la difesa dei pedofili?
- Quando le risposte e le azioni concrete saranno coerenti con i proclami del Papa?
- Perché non vengono presi immediati provvedimenti nei confronti dei Vescovi di cui è già noto il comportamento ed è certo che abbiano insabbiato casi di abusi sessuali ai danni di minori? Solo in Italia, per esempio, ben cinque Membri del Consiglio Permanente della CEI presieduto dal Cardinale Bassetti, sono palesemente coinvolti:
- Mons. Mario Delpini (caso Mauro Galli)
- Mons. Crescenzio Sepe (caso Silverio Mura)
- Mons. Giuseppe Betori (caso Daniele Ralti)
- Mons. Angelo Bagnasco (caso Carlos Buela)
- Mons. Claudio Maniago (caso Lelio Cantini)
- Quando la Chiesa tornerà credibile con azioni coerenti?
- Perché la Chiesa invece di assoldare costosi professionisti avvocati per difendere i preti pedofili non si prende cura delle vittime, magari pagano loro le cure derivanti dai danni permanenti che gli procurano i “seminatori di morte” come li definisce il Cardinale Bassetti?
- Quando i soldi dei fedeli saranno spesi per il bene e non per mantenere i seminatori di morte?
Per approfondire:
Per approfondire e comprendere meglio il significato delle riflessioni e le domande che come associazione ci stiamo ponendo dopo il summit, riproponiamo il percorso delle cinque tappe della riflessione già proposta in preparazione all’evento voluto da Papa Francesco e le considerazioni già proposte de “il dopo summit”. Percorso che in qualche modo ha cercato di stimolare e raggiungere i Vescovi che avrebbero poi partecipato all’evento sottoponendogli i seguenti temi:
PEDOFILIA NEL CLERO: ULTIMO APPELLO PER PAPA FRANCESCO
- I GENITORI DEVONO SAPERE
- MOLTI NELLA GERARCHIA SANNO MA PREFERISCONO L’AMBIGUITÀ
- LO STESSO LEGALE DELLA DIOCESI SCREDITA IL VESCOVO
- LA REGIA E LE MENZOGNE PER DIFENDERE I PRETI CHE ABUSANO
- L’ESTREMO TENTATIVO DI ALTERARE LA VERITÀ
IL DOPO SUMMIT: ORA LE PAROLE DEL PAPA NEI FATTI
Scopri di più da Rete L'ABUSO
Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.