<p style="text-align: justify;">Avellino – “Io mentirò. Sì, io mentirò”, nel caso fossi sottoposto a interrogatorio come persona informata su fatti di debolezze e abusi sessuali commessi da membri del clero”. E’ questa, in sintesi, la frase pronunciata dal Vescovo Arturo Aiello (per molti anni vescovo della Diocesi di Teano Calvi); parole che hanno scatenato una violentissima polemica nella diocesi di Avellino e quindi sulla figura dello stesso Aiello.</p> <p style="text-align: justify;">Dopo alcuni giorni il vescovo avrebbe precisato meglio il proprio pensiero, affermando che: “Ho detto effettivamente che avrei mentito se sottoposto a interrogatorio. Attenzione, però, al contesto: non solo era un linguaggio paradossale; quant’anche e soprattutto era riferito alle debolezze della carne, presenti ovunque, anche nel clero, non agli abusi sessuali. Il mio voleva essere, ed è, un messaggio di protezione.</p> <p style="text-align: justify;">Ho usato il paradosso, ma il senso era ed è questo. Se fossi a conoscenza di abusi sessuali da parte di membri del clero, e venissi interrogato da un magistrato, non penserei nemmeno per un attimo di mentire”. Ma non è bastato a riportare il sereno fra i fedeli che sempre più numerosi chiedono le dimissioni del vescovo. Tutto ruota intorno alla figura di un prete: Don Enrico. Il parroco avrebbe accusato altri preti della diocesi di Avellino di aver molestato sessualmente ragazzini. Durante una riunione a porte ermeticamente chiuse voluta dal vescovo e alla quale aveva partecipato al gran completo il collegio presbiteriale della diocesi qualcuno avrebbe registrato Aiello mentre pronunciava la frase incriminata.</p> http://www.paesenews.it/?p=148341&fbclid=IwAR1XgG0vXsPJQlT9r5nFr9kA5L_Rryb7oH4lrNRL_oEecxYUxLMTeQLJ9H8