Si terrà a Ginevra, dal 14 gennaio al 1 febbraio 2019, presso la sede dell’Alto Commissariato per i Diritti Umani, l’esamina del Comitato delle Nazioni Unite sulla Convenzione sui diritti del fanciullo.
Tra gli Stati aderenti alla Convenzione che saranno “interrogati” nell’esamina, nell‘ 80° sessione del Comitato, troviamo la Guinea, Syrian Arab Repubblic, Japan, Bahrain, Czech Republic, Italy, Belgium.
La Rete L’abuso e una sua rappresentanza composta dal Presidente della Rete Francesco Zanardi, l’avvocato Mario Caligiuri del foro di Roma e Simone Padovani, sarà presente a Ginevra, alle sedute del 22 e 23 gennaio, i giorni in cui sarà esaminata la posizione dell’Italia.
Sono stati mesi di intenso lavoro, le situazioni da sollevare sono davvero molte in Italia, perché i Governi non hanno mai operato per adeguarsi alle convenzioni e ai trattati sottoscritti negli anni, lasciando una situazione davvero grave dove, nei fatti, lo Stato risulta praticamente venir meno ai più basilari diritti e principi di tutela dei minori.
La questione sollevata in particolare modo dalla nostra associazione, avendo come finalità la tutela dei minori e in particolare modo di coloro che sono stati abusati dai membri del clero, è stata appunto la connivenza tra lo Stato italiano e quello del Vaticano che, come prodotto, ha avuto per il momento solo altre vittime, ma nessun provvedimento concreto a contrasto del fenomeno o in loro soccorso.
I tempi per esporre il tutto sono stati relativamente ampi, in quanto la Rete L’ABUSO, insieme ai colleghi di ECA Global, si è accreditata alle Nazioni Unite solo nello scorso giugno e, solo da quel momento abbiamo iniziato a lavorare, in un contesto internazionale a noi sconosciuto.
Ma ci siamo riusciti, molto del merito va alla collega Sara Oviedo (Ecuador), collega di ECA Global ed ex vice Presidente del Comitato ONU, che ci ha appoggiati e indirizzati in un contesto decisamente amplio, complesso e a noi sconosciuto. Il report “Giustizia” da noi prodotto e oggi disponibile sul sito dell’ONU (vi riproponiamo qui in italiano – lingua non ammessa) è la sintesi delle contestazioni che avanziamo, documentate in questi mesi, nelle quali si segnala anche la latitanza delle Istituzioni italiane che, ad oggi, malgrado una interrogazione parlamentare, una diffida ad adempiere e una denuncia, continuano a fare scena muta.
Per lo Stato italiano il problema non esiste, tant’è che, a differenza dei paesi più sviluppati, il nostro è l’unico a non aver mai messo mano al fenomeno. Eppure basta un colpo d’occhio alla nostra mappa o all’immagine di copertina per capire che, forse, anche in Italia c’è un problema…
L’Ufficio di presidenza