Il giorno dei sopravvissuti. È una data simbolica: è la festa di San Martino de Porres, il Santo Patrono per la giustizia sociale.
Per la prima volta nella storia della Chiesa cattolica, manifestanti da tutto il mondo si riuniscono per richiedere tutti insieme trasparenza e giustizia per le vittime di abusi sessuali del clero in tutto il mondo.
Gli organizzatori di questo Evento hanno espresso la speranza che il 3 novembre possa essere commemorato come “giorno di tutti i sopravvissuti” che segue la festa di “tutti i Santi” (1 novembre) e il “giorno dei defunti” (2 novembre). È stato chiesto di vestirsi di viola, per simboleggiare i colori liturgici del dolore, lutto e penitenza, e di ritrovarsi tutti, il 3 novembre, alle 3 del pomeriggio, davanti a una Chiesa.
A Papa Francesco vengono fatte tre richieste:
- Riconoscere che l’abuso sessuale del clero sui bambini è un problema cronico, persistente e deleterio all’interno della Chiesa cattolica e che la Chiesa, piuttosto che affrontare il problema della responsabilità, ha usato la sua autorità per coprire la sua condotta criminale.
- Rilasciare volontariamente a tutte le autorità governative competenti tutti i report relativi ad abusi sessuali da parte del clero
- Cessare immediatamente tutte le attività di lobbying in cerca di protezioni governative e diplomatiche da controversie civili e penali
E in Italia? Con l’Associazione Rete L’ABUSO l’evento è stato organizzato a Venezia, dove una rappresentanza di vittime, familiari e sostenitori, ha voluto dire al mondo “noi ci siamo”. Sappiamo però che tanti altri, che non hanno potuto essere presenti a Venezia, hanno sostenuto e partecipato a questa iniziativa da casa loro, nella loro Parrocchia.
Tante emozioni durante il viaggio per raggiungere Venezia. Cosa significa per una mamma di una vittima mettersi in gioco partecipando ad eventi mondiali? Significa scegliere di non rimanere nell’ombra, significa affrontare quel timore e quella disperazione che non permettono di superare il dolore. Condividere la propria esperienza con altri, provare a “metterci la faccia” è il nostro modo di parlare ad altre vittime, ad altre mamme, è il nostro messaggio: “Non è capitato solo a te, non sentirti solo”.
Contemporaneamente, come mamma cattolica, auspico che siano sempre di più i cattolici che comprendano che DENUNCIARE i reati che vengono commessi dai sacerdoti (come gli abusi sessuali e gli insabbiamenti e coperture!) non è un ATTACCO verso il Papa o verso la Chiesa.
Ricercare la Verità e la Giustizia è invece un grande atto di amore, anche quando si scopre che la realtà è dolorosa e non è quella che ti aspettavi.
Essere presenti a Venezia, un piccolo gruppo di “folli” con cartelli preparati a casa nei giorni precedenti l’evento, interfacciandosi con gli organizzatori di Eca, ed esibendo uno striscione di 5 metri. I passanti si fermavano incuriositi, qualcuno si è unito a noi dopo aver letto il messaggio dei cartelli, qualcuno ha chiesto informazioni, qualcuno ci ha fotografati e intervistati. Sono passati anche tanti sacerdoti in piazza
San Marco, ma hanno tirato dritto: nemmeno uno si è fermato.
E, circa alle 15, insieme a tutte le vittime di tutto il mondo, ciascuno ha condiviso le foto sui social:
#AllSurvivorsDay !
Grazie a chi era presente e a chi ci ha seguito a distanza
Cristina Balestrini, una Mamma della Rete L’ABUSO
Scopri di più da Rete L'ABUSO
Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.