Il Cardinale Crescenzio Sepe è imputato nel procedimento presso la Santa Sede, procedimento che vede insabbiati da otto anni ormai i casi di don Silverio Mura e don Maurizio Palmieri. Come può essere anche colui che indaga?
Il comunicato stampa rilasciato oggi dalla Diocesi di Napoli suona davvero come l’anticipo dell’ennesima presa in giro alle vittime che, al primo giorno del sit-in di protesta davanti al Duomo di Napoli per gli insabbiamenti commessi proprio dal Cardinale napoletano, apprendono dai mezzi di informazione che il grande insabbiatore, Crescenzio Sepe, sarebbe ancora una volta colui che dovrà rendere giustizia alle vittime.
Una buffonata oltraggiosa e ridicola che offende tutti, dalle vittime alla stessa Chiesa.
Crescenzio Sepe: la cui Diocesi è attualmente imputata nel processo penale per diffamazione aggravata ai danni della vittima Diego Esposito, denunciato formalmente dalle vittime anche alla Santa Sede nel settembre 2016 per aver insabbiato il caso Mura nel 2011, nel 2014 e ancora nel 2018. Giusto un mese fa si è scoperto che il prete sotto indagine – Silverio Mura – anziché essere indagato, esercitava addirittura sotto falso nome a Montù Beccaria. Apprendere oggi che sia ancora lui, dopo queste incivili barbarie, che dovrebbe rendere giustizia alle vittime, è francamente inaccettabile.
Lunedì diffideremo formalmente alla CDF il Cardinale Crescenzio Sepe, nella speranza che il Vaticano si dissoci da questa umiliante e vergognosa vicenda e come è stato per il caso di Milano che vede coinvolto monsignor Mario Delpini, chiederemo l’affidamento dell’indagine canonica ad un tribunale extradiocesano.
Francesco Zanardi
Presidente della Rete L’ABUSO
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