“Allora io avevo 14 anni e avevo appena conseguito la licenza media e mia madre per premiarmi mi mando li”.
Di Francesco Zanardi
Inizia così il racconto di Giorgio (nome di fantasia) oggi trentenne, il ricordo di quella gita che oggi, dopo la nascita di suo figlio è riemersa nei suoi ricordi.
I fatti risalgono alla metà degli anni 90 e sarebbero avvenuti durante una gita estiva con la parrocchia in una villa del veronese e non riguarderebbero solo Giorgio, ma anche un suo amichetto di allora che verso gli ultimi giorni di quella settimana in gita con la parrocchia, fu invitato insieme a Giorgio a dormire nella camera del prete.
Dal racconto della vittima fatto alla Rete L’ABUSO emerge che il prete era piuttosto chiacchierato tant’è che quando abbiamo verificato le testimonianze fornite dalla presunta vittima, è emerso, proprio da una di quelle persone che in quella gita erano i responsabili dei ragazzi, il ricordo chiaro proprio di quella sera. La prima risposta che da il testimone appena gli viene fatto il nome del prete è “ il maniaco? ”, poi racconta che ci fu un’accesa discussione quando il prete comunicò allo staff che i due ragazzi avrebbero dormito con il prete, lui si oppose, ma poi intervennero altri due persone dello staff e finirono a dormire con il prete. Ricorda che la mattina successiva Giorgio e il suo amico erano “sconvolti”.
Dopo quella gita neppure Giorgio fu graziato dalle tante problematiche che l’abuso sessuale porta a chi lo subisce, ma poco dopo la nascita del figlio, il riemergere di quel ricordo lo ha portato a voler approfondire ed è così che ha affrontato il prete.
Qui il racconto si fa quasi rocambolesco perché dopo quella visita nella quale Giorgio non cercava nulla di più che l’ammissione del prete, viene convocato dai carabinieri e scopre che il prete lo ha querelato.
Al momento ci riserviamo di fare il nome del prete nei confronti del quale è stata sporta formale querela, ci limitiamo a dire che il sacerdote è ancora in servizio e sia lui, sia la diocesi di Pescara – Penne sono state messe in mora, quindi sono informate.
Francesco Zanardi
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