Credo che siamo in tanti, in questi giorni, a seguire la vicenda di Diego Esposito.
Sette giorni di sciopero della fame non sono uno scherzo.
Arrivare a decidere, scegliere, e attuare uno sciopero della fame non è cosa da poco: è un segno di esasperazione, di dolore, ma anche di profonda determinazione.
Il messaggio è forte e chiaro: Diego sta dicendo IO ESISTO, HO BISOGNO DI GRIDARE AL MONDO QUELLO CHE MI STA SUCCEDENDO.
La vicenda di Diego Esposito è molto concreta, così come è molto concreta la vicenda di centinaia di vittime dei preti pedofili.
Diego sta dicendo al Papa, e a tutta la Chiesa: GUARDATE CHE LE VITTIME ESISTONO!
La Chiesa, e il Papa in primis, non può continuare ad ignorare questa realtà o, peggio, a sfruttarla mediaticamente con le solite banalissime “scuse e richieste di perdono” che fanno ancora più male alle vittime, a ogni vittima, perché non sono seguite da alcun gesto concreto.
Anzi, mi correggo, i gesti concreti ci sono: ma disattendono i proclami andando quindi contro le vittime!
Ogni volta che una vittima non viene creduta, e ne sono prove CONCRETE le promozioni dei Vescovi che insabbiano i casi dei preti pedofili, riceve una pugnalata alle spalle, che è difficile da descrivere in altro modo, proprio da chi dovrebbe accogliere i più piccoli.
Questa è la realtà che Diego sta gridando al mondo con lo sciopero della fame.
Da cattolica mi interrogo: come posso ascoltare e accogliere questo grido profondo?
È il grido di chi non ha voce, il grido disperato di chi ha già provato tutte le altre strade, il grido di chi attende una risposta …
Cosa può fare ciascuno affinché questo grido non rimanga un grido soffocato?
Questa realtà deve essere conosciuta, non si può tacere.
Oggi è la “Giornata per la Vita”… la vita delle vittime dei preti pedofili non ha nessun valore?
Perché il Papa tace?
Lettera firmata
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