Si è svolta ieri, 12 dicembre 2017, a Milano l’udienza del Processo penale che vede imputato don Mauro Galli, accusato di aver abusato di un ragazzino che, all’epoca dei fatti, aveva 15 anni e frequentava l’oratorio.
Sono stati sentiti in aula i familiari della presunta vittima che, su richiesta del Giudice Ambrogio Moccia, hanno dichiarato di aver rinunciato alla costituzione di parte civile nei confronti di don Mauro, della Diocesi di Milano e della Parrocchia di Rozzano, perché hanno accolto la proposta di accordo a loro presentata ancora prima dell’inizio del dibattimento.
Nonostante la Diocesi e la Parrocchia avessero dichiarato tramite una nota ufficiale anche da noi riportata in un precedente articolo, di non sentirsi responsabili in quanto sostenevano di aver agito con scrupolo e coscienza, di fatto apprendiamo nel processo che è stato proposto ed accettato un risarcimento.
Nel corso dell’udienza è stata valutata positivamente, dal Collegio Giudicante, l’ammissione di prove audio e trascrizioni delle stesse, presentate dal PM Lucia Minutella, relative ad incontri tra i familiari della presunta vittima e membri della Diocesi di Milano: Mons. Mario Delpini e Mons. Pierantonio Tremolada.
Tale documentazione proverebbe in modo inconfutabile che entrambi, già dal 2012, erano a conoscenza del presunto abuso.
All’epoca di tali incontri mons. Pierantonio Tremolada (recentemente promosso Vescovo di Brescia) era Collaboratore per la Formazione permanente del Clero e Responsabile dell’Istituto Sacerdotale Maria Immacolata (ISMI: si occupa dei presbiteri del primo quinquennio di ordinazione); mentre mons. Mario Delpini (recentemente promosso Arcivescovo di Milano) era vicario di zona della Parrocchia in cui si sarebbero svolti i fatti e successivamente promosso Vicario Generale della Diocesi di Milano.
Si apprende che entrambi i monsignori erano stati informati subito, nel dicembre 2011, dal Parroco Don Carlo Mantegazza e dal coadiutore Don Alberto Rivolta e, nonostante questa informazione, non solo non ha preso avvio nessuna indagine canonica, come invece sarebbe previsto dal documento specifico emanato dalla Cei, ma addirittura il sacerdote era stato prontamente spostato in un’altra Parrocchia a occuparsi ancora di pastorale giovanile: Legnano. Dalla documentazione acquisita si apprende che tale decisione era stata presa da Mons. Mario Delpini, come da lui stesso affermato.
Mons. Tremolada aveva più volte affermato che la scelta della destinazione di don Mauro Galli ancora con i minori era stata ben ponderata e oculata (scrupolosa e coscienziosa ndr), basata sul fatto che don Mauro era stato ascoltato direttamente da Mons. Delpini pochi giorni dopo l’accaduto e al quale don Mauro aveva per altro confessato di aver portato nel suo letto il minore, avevano pertanto predisposto un “accompagnamento” del sacerdote su più fronti: un colloquio settimanale con il padre spirituale, alcuni incontri con uno psicologo, un affidamento al Decano di Legnano al quale sarebbe stata spiegata la problematica del sacerdote.
Queste “garanzie” avrebbero dunque permesso all’attuale Arcivescovo di Milano Mario Delpini (allora vicario generale) di predisporre la nuova destinazione del sacerdote, dopo questo scrupoloso percorso di accompagnamento di ben 24 giorni dal presunto abuso, in meno di un mese ancora in una situazione di contatto con i minori, responsabile della pastorale giovanile però non più di due oratori ma di ben quattro oratori.
Analizzeremo bene tutta la copiosa documentazione prodotta dalla procura acquisendo l’intero fascicolo e continueremo a seguire con attenzione le successive udienze, dando già da ora appuntamento al prossimo 8 Marzo 2018 presso la quinta sezione penale del tribunale di Milano dove verranno ascoltati altri testimoni.
La redazione
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