Abusi in Sudamerica: accolte le ragioni di salute addotte dalla difesa. Ma il caso si allarga
VERONA «Anziano, malato, deperito ». È uscito dal carcere e ha ottenuto ieri gli arresti domiciliari Nicola Corradi, il sacerdote veronese finito in Sudamerica al centro dello scandalo- abusi all’istituto per minori non udenti Provolo Institute di Mendoza. Al religioso, che ha 82 anni, sono comunque stati imposti il braccialetto elettronico e una cauzione da 50mila dollari. Nelle scorse ore, il nullaosta alla scarcerazione è giunto «per esclusive ragioni di salute » dagli stessi pm Gustavo e Fernando Stroppiana Guzzo, che hanno dato il loro assenso all’istanza difensiva, che era stata invece respinta a dicembre, sulla scorta di referti medici richiesti al penitenziario di Boulogne Sur Mer e al dipartimento di medicina legale di Mendoza. «In entrambi i casi, dai sanitari è stata data conferma del deterioramento della salute di Corradi» è emerso ieri da ambienti giudiziari. La settimana di Natale, in tribunale, il sacerdote si era presentato in sedia a rotelle: «Sono vecchio e malato», aveva lamentato, affermando di soffrire di «ipertensione lieve, sordità lieve, incontinenza e un glaucoma al suo occhio destro ».
In quella circostanza, però, il magistrato non gli aveva concesso sconti a fronte delle agghiaccianti accuse contestate:arrestato insieme ad altri 4 operatori scolastici (tra cui un secondo prete e un chierichetto), si ritrovò già implicato vent’anni fa nello scandalo delle molestie denunciate dagli ex alunni del Provolo di Verona( indagine penale, quella, finita poi in un cassetto perché i presunti reati sessuali di cui si sarebbe reso responsabile risultarono azzerati dall’avvenuta prescrizione). Unitamente al religioso veronese, sono finiti in carcere anche don Horacio Corbacho (di 56 anni), il sacrestano Jorge Bordon (50), l’impiegato amministrativo della scuola José Luis Ojeda (41) e il giardiniere Armando Gómez (46). Tutti e cinque devono fare i conti con le pesantissime accuse di corruzione di minori e abusi sessuali su bambini e adolescenti aggravati dall’aver approfittato del ruolo di educatori e dalla convivenza con le vittime nella sede del Provolo a Mendoza.
Ma è contro il religioso veronese che si stanno concentrando le contestazioni più gravi: tanto che adesso, dopo l’inchiesta-choc che gli è costata l’arresto, nei suoi confronti ne è stata appena aperta una seconda, stavolta per le presunte violenze nella sede del Provolo di La Plaza. Contro di lui, con una denuncia pubblica, è infatti sceso allo scoperto un altro ex alunno, Daniel Sgardelis: frequentò la scuola argentina di La Plaza, dove don Corradi venne inizialmente trasferito nel 1996 su decisione delle autorità ecclesiastiche italiane quando vennero alla luce le violenze da lui commesse a Verona. Due,fino a questo momento, le denunce depositate contro don Corradi da altrettanti suoi ex studenti a La Plata: tanto che il procuratore generale della città, Ettore Bogliolo, ha già avviato le indagini. Nonostante la sua posizione giudiziaria si complichi,ieri don Nicola al secondo tentativo è comunque riuscito a lasciare la cella: «Per noi è importantehanno fatto sapere i pm – che arrivi vivo al processo».
http://corrieredelveneto.corriere.it/verona/notizie/cronaca/2017/7-gennaio-2017/provolo-don-corradi-lascia-carcere-domiciliari-col-bracciale-elettronico-2401184691584.shtml
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