Larino. E’ iniziata ieri pomeriggio, presso il Tribunale di Larino, la fase istruttoria del processo che vede imputato don Marino, ex parroco di Portocannone, reo, secondo l’accusa, di aver abusato sessualmente di Giada Vitale, all’epoca dei fatti minorenne. Va ricordato che l’intero filone giudiziario è stato suddiviso in due tronconi. Il primo relativo a quando la Vitale aveva tra 14 e 16 anni, filone processuale nella quale la posizione di Don Marino è stata archiviata il 2 febbraio di quest’anno dal Giudice Daniele Colucci; la seconda, relativa a quando Giada aveva meno di 14 anni.
L’udienza di ieri, relativa a quando la Vitale aveva meno di 14 anni, è iniziata intorno alle 15 e 30 e ha visto sfilare in aula i primi test ammessi dalla Procura: ne erano previsti otto ma si sono presentati solo in tre, Giada Vitale compresa. Proprio la Vitale è stata la prima a parlare: dapprima interrogata dal Pubblico Ministero, il dottor Federico Carrai, e successivamente dal suo legale, l’avvocato Giuseppe D’Urbano, e infine dall’avvocato Ciro Intino del foro di Roma, legale difensore di Don Marino il quale era presente in aula.
Giada ha raccontato tutta la sua storia dall’inizio, rispondendo alle domande che via via le venivano poste: dai primi approcci, ai primi incontri, ai luoghi nei quali abitualmente don Marino abusava di lei e alla descrizione dettagliata dell’atto sessuale. Dagli sms “amorosi” che il parroco le inviava sino alla confessione degli abusi fatta, dalla stessa Vitale, ad una corista.
Gli altri due test sono un responsabile del coro del quale la ragazza faceva parte e un direttore dello stesso coro. Hanno parlato delle attività parrocchiali inerenti la loro attività canora: orari e luoghi delle prove. L’udienza svoltasi a porte chiuse, è stata aggiornata al prossimo 14 marzo 2017 alle 14.30 quando verranno ascoltati altri testimoni della Procura.
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