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Home Il punto della Rete L'ABUSO

Rete L’ABUSO entrerà nell’Osservatorio per il contrasto alla pedofilia e pedo-pornografia?

Francesco Zanardi by Francesco Zanardi
27 Settembre 2016
in Il punto della Rete L'ABUSO
Reading Time: 2 mins read
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La Rete L’ABUSO Onlus che rappresenta, tutela e supporta legalmente dal 2009 le vittime italiane di preti pedofili, ha chiesto di poter entrare a fare parte dell’Osservatorio per il contrasto alla pedofilia e pedo-pornografia.

L’Ufficio di Presidenza della Rete L’ABUSO ha inoltrato lo scorso 17 settembre formale richiesta all’Osservatorio per il contrasto della pedofilia e della pedo-criminalità. Il 26 settembre l’ufficio competente ci fa sapere che la richiesta è stata inoltrata al ministro delle Riforme con delega alle Pari Opportunità, Maria Elena Boschi.

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Si tratta di una richiesta legittima. L’inserimento di Rete L’ABUSO andrebbe a completare il quadro generale dell’osservatorio che al momento comprende Terres des Hommes, Telefono Azzurro, Save the Children, che si occupano di pedofilia nel suo complesso in un quadro internazionale, e la Onlus Meter che si occupa nello specifico di pedo-pornografia online.

Con l’inserimento nell’Osservatorio della Onlus Rete L’ABUSO, che rappresenta in Italia le vittime della pedofilia clericale, non solo si completerebbe il quadro sul contrasto della pedofilia e della pedo-criminalità, ma si potrebbe finalmente fare tesoro delle testimonianze di migliaia di cittadini italiani rimasti vittime.

Il fenomeno della pedofilia clericale si inserisce in quello complessivo con delle sue specifiche caratteristiche come è emerso in Europa tra il 2009 e il 2010 dalle conclusioni di grandi inchieste governative e/o miste Stato/Chiesa in Irlanda, Germania, Inghilterra, Olanda, Belgio solo per citarne alcune. Tuttavia in Italia, dove peraltro risiede il più alto numero di ecclesiastici al mondo, governo, parlamento e Conferenza episcopale non hanno mai ritenuto necessario seguire l’esempio di questi Paesi, avviando una indagine su scala nazionale per mappare, “censire” e monitorare una casistica per nulla irrilevante.

Al punto che paradossalmente la Rete L’ABUSO Onlus è oggi l’unica fonte che è in grado di offrire una visione complessiva del fenomeno italiano, sulla base di un costante e capillare lavoro di rassegna stampa e di raccolta di denunce e testimonianze.

Negli ultimi 15 anni sono più di 230 i sacerdoti coinvolti in casi di pedofilia clericale, tra denunce, condanne e condanne in via definitiva. Un numero del genere può sembrare esiguo per giustificare un’inchiesta ma non lo è affatto. Basterebbe osservare il crimine ponendosi dalla parte delle vittime, certe e potenziali. Il profilo criminale di un pedofilo è molto simile a quello di un serial killer: non si ferma finché non viene messo in condizioni di non nuocere. Ci sono preti pedofili che negli Stati Uniti hanno confessato oltre 100 stupri, alcuni anche 200. Molti di questi sacerdoti erano stati spostati e reintegrati in altre parrocchie dai loro vescovi dopo la raccolta delle denunce. Alcuni di loro hanno anche reiterato i crimini tuttavia non sono mai stati rimossi dallo stato clericale. In Italia, la Conferenza episcopale ha stabilito che per i vescovi non c’è alcun obbligo di denunciare i casi di cui viene a conoscenza, creando una situazione di potenziale rischio che altre conferenze episcopali hanno invece saggiamente evitato mettendosi a disposizione delle autorità laiche competenti. Anche per provare a cambiare questo inaccettabile stato di cose c’è bisogno di Rete L’Abuso nell’Osservatorio per il contrasto alla pedofilia e pedo-pornografia.

L’Ufficio di Presidenza

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Sopravvissuto agli abusi sessuali di un sacerdote. Potevo ma non mi sono sentito di diventare un giornalista. Vivendo in Italia sarebbe stato uno spreco e così ho preferito rimanere un umile blogger, che vuole vivere degnamente la propria vita, illuminato dalla luce di una nobile causa. Fondatore e Presidente della Rete L'ABUSO, l'unica Rete italiana di sopravvissuti agli abusi del clero. Fondatore di ECA Global, oggi presente in 42 paesi in quattro continenti con riconoscimento presso le Nazioni Unite.

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ma è giusto ricordare che Rete L’ABUSO non gode di alcun finanziamento pubblico e da 12 anni il nostro lavoro continua solo grazie a te.

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