Il tribunale di Ferrara ha parzialmente archiviato la querela per diffamazione depositata nell’aprile 2014 da don Andrea Margutti. L’accusa di diffamazione nasce da un’intervista di 30 minuti circa, che il padre della piccola vittima aveva rilasciato telefonicamente ad un giornalista e che successivamente era stata diffusa sul sito della Rete L’ABUSO. Nel giugno 2014, solo due mesi dopo quella querela nei confronti di D.M. papà della vittima e Francesco Zanardi portavoce della Onlus, il sacerdote è stato condannato in primo grado per molestie sul bimbo che all’epoca dei fatti aveva 3 anni e sospeso a divinis dal vescovo di Ferrara Luigi Negri.
Il legale di don Andrea Margutti contestava integralmente l’intervista elencando inoltre come diffamatorie una serie di frasi pronunciate da D.M.: fatti, per le quali però il p.m. dott. Ombretta Volta aveva chiesto l’archiviazione, alla quale il legale di Margutti si è opposto.
Il 16 giugno scorso, si è tenuta udienza di opposizione all’archiviazione presso il tribunale di Ferrara, presenti l’avvocato del sacerdote Claudio Maruzzi, il papà della vittima D. M. difeso dall’avvocato Giovanni Montalto e Francesco Zanardi, portavoce della Rete L’ABUSO difeso dall’avvocato Debora Grigolato.
Il g.i.p. Monica Bighetti, dopo aver ascoltato le parti ha deciso di archiviare parzialmente quanto indicato nella querela presentata dal legale di Margutti. Il gip ha ritenuto di archiviare le presunte frasi diffamatorie relative al fatto riguardante il minore già oggetto di procedimento giudiziario, archiviate le espressione “pedofilo” “in quanto continente ai fatti narrati”. Archiviata anche l’espressione “Gay” in quanto “le attenzioni verso un bambino maschio giustificano l’uso del vocabolario gay, non offensivo di per se”.
Sugli altri tre punti invece, il g.i.p. Monica Bighetti ha ordinato l’imputazione coatta per diffamazione nei confronti D. M. e Zanardi Francesco, perche D.M. avrebbe insinuato nell’intervista, che oltre all’episodio in cui il Margutti è stato colto in flagranza di reato dal papà del bambino (oggetto della condanna in primo grado), ci potrebber essere stato altro episodio nel quale il sacerdote sarebbe rimasto solo con il minore.
Altra espressione che è oggetto del procedimento è quando il D. M. racconta di un fatto a lui riferito da terzi, che sarebbe stato attribuito presumibilmente al sacerdote.
Su un ultimo punto è stato rinviato a giudizio solo il portavoce della Rete L’ABUSO Francesco Zanardi che nella copertina dell’intervista al papà della vittima ha scritto che il sacerdote è stato rinviato a giudizio, mentre all’ora era stata solo formalizzata la richiesta di rinvio a giudizio.
Per questi motivi il g.i.p. ha emesso una ordinanza di imputazione coattiva nella quale archivia i primi due punti contestati a Zanardi Francesco e D. M. e ne ordina l’imputazione coatta per gli ultimi tre.
Al momento non è ancora stata fissata la data per la prossima udienza.
L’ufficio di Presidenza
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