<p style="text-align: justify;"><span style="font-weight: bold; color: #000000;">Don Marco Baresi, ex vicerettore del seminario diocesano di Brescia, condannato in Cassazione a sette anni e mezzo per abusi sessuali su un minore, è ospite al Conventino nella Casa del Giovane a Bergamo, struttura dove vivono e studiano ragazzi e atleti minorenni dell'Atalanta.</span></p> <p style="font-weight: normal; color: #000000; text-align: justify;"><img class="size-medium wp-image-61494 alignleft" src="http://pretipedofili.info/wp-content/uploads/2014/05/don-marco-baresi-1-245x300-245x300.jpg" alt="" width="245" height="300" />La vicenda era iniziata il 26 novembre 2007 creando non poco scalpore: don<strong style="font-weight: bold;"> Marco Baresi </strong>era stato prelevato dal Seminario di via Bollani a Brescia, dove era vicerettore, e portato in isolamento nel carcere di Canton Mombello. Sull’ordinanza di custodia cautelare un’accusa da brivido: violenza sessuale su minore e diffusione di materiale pedopornografico.</p> <p style="font-weight: normal; color: #000000; text-align: justify;">In cella don Baresi era rimasto solo per una notte, il giorno successivo all’arresto il gip <strong style="font-weight: bold;">Silvia Milesi</strong> aveva accolto la richiesta dei difensori e concesso gli arresti domiciliari. Il sacerdote era tornato a casa dei genitori e aveva atteso il processo con il sostegno dei familiari, ma soprattutto di un gruppo di giovani che aveva creato in Rete il sito “FreeDon” per dimostrare l’innocenza del sacerdote e chiedere la sua assoluzione. Anche nei giorni scorsi il gruppo ha ribadito “Chi condanna don Marco, condanna un innocente”.</p> <p style="font-weight: normal; color: #000000; text-align: justify;">A inchiodare don Marco c’erano le accuse di un ragazzo che due anni prima dell’arresto, in cura da una psicologa, si era confidato raccontando di aver avuto rapporti sessuali con il sacerdote quando frequentava le medie al Seminario e non aveva ancora compiuto 14 anni. Dalla scuola del Seminario il ragazzino era stato allontanato per una serie di problemi, ma in precedenza non aveva raccontato nulla.</p> <p style="font-weight: normal; color: #000000; text-align: justify;">La psicologa, ricevuta la confidenza, aveva subito avvisato i genitori del ragazzino che si erano rivolti alla polizia. La credibilità del ragazzino era stata valutata da esperti, le accuse avevano retto e il 26 novembre 2007 erano scattate le manette. Dopo l’arresto l’abitazione del sacerdote in Seminario era stata perquisita dagli investigatori della Mobile.</p> <p style="font-weight: normal; color: #000000; text-align: justify;">Il computer aveva riservato una serie di sorprese. Nell’hard disk del portatile, senza alcuna password d’accesso, in uso al sacerdote – ma utilizzabile anche da altre persone come è stato sostenuto nel corso dei processi dall’imputato e dai difensori – l’esperto aveva trovato traccia di ben seicento files dal contenuto pedopornografico. I files erano stati cancellati, ma in modo non perfetto, nei giorni immediatamente precedenti all’arresto.</p> <p style="font-weight: normal; color: #000000; text-align: justify;">Nel processo d’appello la difesa aveva sostenuto che il giorno in cui vennero scaricati 180 files (l’ordine era partito dal computer alle 12.30 del 28 aprile 2007) don Baresi non era al Seminario, ma era ospite a pranzo in un'altra parte della città. Il 20 maggio 2009 il Tribunale di Brescia ha condannato don Baresi a sette anni e mezzo di reclusione.</p> <p style="font-weight: normal; color: #000000; text-align: justify;">Un anno dopo, il 16 giugno 2010, in secondo grado è stata confermata la condanna. In questa occasione il vescovo di Brescia <strong style="font-weight: bold;">Luciano Monari </strong>si era detto fiducioso che don Baresi potesse dimostrare la propria innocenza. Ma anche in Cassazione, il 23 giugno 2011, la condanna a sette anni e mezzo è stata confermata a seguito delle prove ritenute schiaccianti nei confronti dell'imputato. Nel febbraio 2013 è stato arrestato per scontare la pena nel carcere di Bergamo.</p> <p style="font-weight: normal; color: #000000; text-align: justify;">A dicembre 2013 don <strong style="font-weight: bold;">Fausto Resmini</strong> aveva annunciato che a breve don Marco sarebbe potuto uscire dal carcere per seguire un percorso personale. Percorso che era previsto al Patronato San Vincenzo di Sorisole da lui diretto, e dove ha sede la Comunità per minori “Don Milani” che si occupa di ragazzini vittime di violenza o che stanno scontando pene per reati gravi.</p> <p style="font-weight: normal; color: #000000; text-align: justify;">Bergamonews aveva sollevato il caso denunciando la contraddizione di questa convivenza tra sacerdoti condannati per pedofilia e minori vittime di abusi sessuali. Il direttore della struttura di Sorisole aveva garantito che non esisteva questa possibilità.</p> <p style="font-weight: normal; color: #000000; text-align: justify;">Tempo tre mesi e don Baresi è stato affidato al Conventino alla Casa del Giovane. Il Conventino dà ospitalità ad anziani sacerdoti, ma nella stessa struttura ci sono adolescenti e giovani studenti ospiti alla Casa del Giovane, non ultimi i ragazzi delle fomazioni giovanili dell'Atalanta.</p> <p style="font-weight: normal; color: #000000; text-align: justify;">http://www.bergamonews.it/cronaca/alla-casa-del-giovane-i-domiciliari-don-marco-condannato-pedofilia-189423</p>