<p style="text-align: justify;">Il vescovo Ghizzoni: "Mai saputo di don Desio". Dopo la <a title="Un dossier segreto su Don Desio? E l’amico: «Nel 2012 avvisai la Curia…»" href="http://retelabuso.org/un-dossier-segreto-su-don-desio-e-lamico-nel-2012-avvisai-la-curia/" target="_blank" rel="noopener noreferrer">denuncia della Rete L'ABUSO</a> mette le mani avanti</p> <p style="text-align: justify;"><strong><span style="color: #000000;">Monsignor Lorenzo Ghizzoni parla della settimana più nera per la Diocesi</span></strong></p> <p style="text-align: justify;"><img class="size-medium wp-image-61443 alignleft" src="https://retelabuso.org/wp-content/uploads/2014/04/Cattura-2-300x180-300x180.jpg" alt="" width="300" height="180" /> Ravenna, 20 aprile 2014 - È un messaggio chiaro quello che l’arcivescovo <strong style="font-weight: bold;">Lorenzo Ghizzoni</strong> sta lanciando alla sua comunità di fedeli dopo i casi di cronaca che stanno scuotendo la diocesi: «Non chiudiamo gli occhi, perché ci sono di mezzo delle persone che hanno sofferto, che soffrono; qualcuno ha anche delle colpe. Se siamo caduti, chiediamo perdono, a tutti; se siamo ancora dentro qualche schiavitù invochiamo aiuto dai fratelli, senza nasconderci, lasciandoci soccorrere».</p> <p style="font-weight: normal; color: #000000; text-align: justify;">Un’indicazione per certi versi rivoluzionaria, certamente nuova, che tende a portare alla luce, piuttosto che oscurare, le tante e pesanti difficoltà che la curia sta vivendo - basti pensare all’equipe antipedofilia appena istituita. Un’eredità pesante quella ricevuta dal predecessore, monsignor Verucchi, cominciata con il caso Galletti Abbiosi e proseguita <a style="color: #ff6b06;" href="http://www.ilrestodelcarlino.it/ravenna/cronaca/2014/04/05/1049134-sacerdote-violenza-minori-arrestato.shtml" target="_blank" rel="noopener noreferrer"><strong style="font-weight: bold;">con le accuse di abusi sessuali per il parroco di Casal Borsetti,</strong></a>passando per il parroco di Punta Marina indagato per lesioni e il parroco emerito di San Biagio ricattato per presunte molestie.</p> <p style="font-weight: normal; color: #000000; text-align: justify;"><strong style="font-weight: bold;">Monsignor Ghizzoni la chiesa di Ravenna sta vivendo un momento difficilissimo, come affronterà questa Pasqua?</strong> «Difficile fare festa, ma la Pasqua in questo momento capita provvidenzialmente. È proprio questa la festività che mette noi cristiani di fronte alla possibilità di ricominciare, di rinnovarci. C’è un dono che viene dall’alto, la Grazia, che si rivolge a tutti perché tutti abbiamo zone d’ombra e fragilità». Le zone d’ombra della chiesa ravennate negli ultimi tempi sembrano fin troppe e in molti si chiedono se la<strong style="font-weight: bold;">Curia sapesse. Prendiamo il caso più clamoroso di don Giovanni Desio. Lei non aveva avuto indicazioni in merito?</strong> «No, non mi aspettavo nulla di tutto ciò. Nessuno aveva mai denunciato a me personalmente l’eventualità che dietro le sue attività potessero esserci reati sessuali con minorenni. È un caso che ci ha colpiti tutti e abbiamo cercato di reagire inventando anche soluzioni nuove». <strong style="font-weight: bold;">Parla dell’equipe di esperti antipedofilia?</strong> «Sì, è una novità assoluta e mi auguro che ci aiuti per darci uno stile nuovo, per affrontare in maniera più consapevole questo tipo di gravi problemi. Sia per la prevenzione che per la valutazione e le decisioni da prendere qualora ci si trovasse di fronte a notizie di comportamenti ambigui o sospetti verso i minori». <strong style="font-weight: bold;">Hanno fatto molto discutere anche le sue direttive di comportamento: non stare da soli con i minori, non parlare a un adolescente senza testimoni. Non si scontrano col messaggio evangelico ‘Lasciate che i fanciulli vengano a me’?</strong> «No, affatto. Le indicazioni chiedono di continuare a portare avanti tutte le attività con i giovani ma con una attenzione e modi di fare nuovi che permettano a tutti, inclusi educatori e coloro che gravitano nel mondo educativo, di agire con trasparenza. È una attenzione che molti già avevano, si tratta di tenere i confini». <strong style="font-weight: bold;">I sacerdoti non si sono sentiti sminuiti nella sua fiducia nei loro confronti?</strong> «No, non è questione di fiducia ma di dare un messaggio chiaro. Con i sacerdoti ci sono stati incontri, il tema è stato accuratamente affrontato». <strong style="font-weight: bold;">Venerdì sera, nonostante il momento buio, tantissimi fedeli hanno preso parte alla Via Crucis. Se lo aspettava?</strong> «Sinceramente no, non mi aspettavo un partecipazione così ampia. Questa risposta l’ho letta come un segno di unione: in certi momenti difficili si può reagire meglio se si è uniti. Il segnale è: lavoriamo insieme per affrontare queste gravi difficoltà». <strong style="font-weight: bold;">Di cosa ha più bisogno oggi la curia ravennate?</strong> «La nostra chiesa ha bisogno di un rinnovamento spirituale, interiore, più che di un rinnovamento delle opere. Ci stiamo lavorando cominciando ad affrontare per primi i problemi più grossi che sono apparsi. Un altro prolbema, certamente da non sottovalutare, è dare ai giovani la possibilità di incontrare valori importanti, che se si radicano in gioventù poi rimangono fari per tutta la vita. E qui c’è il nostro grande compito: non solo riparare i danni ma fornire i valori essenziali». <strong style="font-weight: bold;">Un compito che sembra più difficile alla luce dei recenti casi di cronaca.</strong> «Distinguamo i casi: la cronaca li accomuna, anche a causa del periodo limitato nel quale si sono verificati, ma a parte il caso specifico gravissimo di don Giovanni, gli altri non sono diversi da quelli che possono succedere in altri territori, già visti anche altrove. L’unità è la nostra forza, lavoriamo insieme, non progettiamo funerali quindi, ma rinnovamento e guarigione, conversione e lotta spirituale».</p> <p style="font-weight: normal; color: #000000; text-align: justify;">http://www.ilrestodelcarlino.it/ravenna/cronaca/2014/04/20/1055456-don-desio-vescovo-ghizzoni.shtml</p>