Sarà depositata domani mattina dalla Rete L’ABUSO, presso la Procura della Repubblica di Perugia documentazione nella quale si chiede di esaminare sotto il profilo penale, eventuali responsabilità “omissive e di controllo” dei vescovi, relative al caso di don Lucio Gatti, condannato lo scorso 31 gennaio.
I due vescovi per i quali si chiede di indagare, sono monsignor Giuseppe Chiaretti e monsignor Gualtiero Bassetti.
Come abbiamo avuto conferma dal caso savonese di monsignor Dante Lafranconi, all’interno degli uffici delle diocesi, ci sono i fascicoli personali di ogni sacerdote, accessibili solo ai vescovi, ed è verosimile ritenere che anche presso la diocesi di Perugia il vescovo disponga del fascicolo di Lucio Gatti.
Per i vescovi che vengono a conoscenza dei crimini commessi dai sacerdoti appartenenti alle loro diocesi, dovrà valere pur sempre la responsabilità stabilita dal secondo comma dell’art.40 del codice penale secondo il quale “Non impedire un evento, che si ha l’obbligo giuridico di impedire, equivale a cagionarlo.”
E’ quanto emerge dalla ordinanza del GIP del Tribunale di Savona dell’8 maggio 2012, che ha ravvisato la responsabilità di un vescovo. Dante Lafranconi, il quale ha coperto pedofili e non ha fatto nulla per impedire che potessero continuare ad abusare di minori.
Da quanto emerge anche nelle denunce, dalle conversazioni con i vescovi registrate da alcuni testimoni, emergerebbe chiaramente che la Diocesi fosse informata, lo dimostrerebbe altrettanto chiaramente il meccanismo “da manuale” che la diocesi ha applicato, solo dopo che il caso è balzato agli onori della cronaca.
Per questo motivo è molto importante che venga fatta chiarezza, che siano verificate le eventuali responsabilità della Diocesi e dei suoi legali rappresentanti.
Francesco Zanardi
Portavoce Nazionale della Rete L’ABUSO
Genova 10-02-2014