LAGONEGRO (POTENZA). Quando dieci giorni fa è stato quasi disarcionato dal suo mulo mentre era sul monte Sirino per venerare la protettrice di Lagonegro, qualcuno lo interpretò come un cattivo segno. Dopo dieci giorni il nome di don Franco Camaldo, 61 anni, di Lagonegro (Potenza), spunta per l’ennesima volta nell’elenco dei preti presunti pedofili o gay del Vaticano. Questa volta a tirare in ballo il decano dei cerimonieri pontifici (cioè dei prelati che assistono il Papa nelle funzioni religiose da lui presiedute) è stato l’ex sacerdote, Patrizio Poggi, che si è presentato davanti ai carabinieri di Roma per raccontare di un giro di ragazzi romeni adescati per religiosi con il vizio del sesso.
Tra i tanti responsabili delle violenze, secondo Poggi, ci sarebbe anche un monsignore, con un ruolo di rilievo nella sua diocesi romana (San Giovanni). Questo monsignore risponde al nome di don Franco Camaldo, attuale cerimoniere del Papa. La vicenda è stata ampiamente resa nota da alcuni servizi televisivi che si sono dilungati sul fenomeno con dovizia di particolari indicando, fra l’altro, una serie di nominativi di preti e sacerdoti che sarebbero coinvolti nella vicenda. Oltre a mons. Camaldo, che ieri abbiamo cercato invano di contattare, l’elenco comprende, tra gli altri, anche l’attuale vescovo di Tivoli, mons. Mauro Parmeggiani, mons Nicola Tagliente, cappellano della Polizia di stato e don Domenico Repice, già arrestato nel 2006 nell’operazione «Fiori nel fango 2». Sui gravi episodi denunciati da Poggi che vedono coinvolti esponenti del clero anche di alto livello, come il religioso lucano, la Procura di Roma mantiene il massimo riserbo e fa sapere che al momento non ci sarebbero indagati.
Il nome di don Franco Camaldo non è nuovo alle cronache giudiziarie: già nel 2010 era stato coinvolto nell’inchiesta sulla «cricca» Balducci–Anemone (gli appalti dei grandi eventi), per la storia un prestito di 280 mila euro. Prima ancora, nel 2006, era stato coinvolto in u n’inchiesta del pm di Potenza Henry John Woodcock , che lo ascoltò, in qualità di testimone, anche in relazione alla vicenda di Emanuela Orlandi in quanto segretario particolare del cardinale Ugo Poletti (vicario di Paolo VI e di Wojtyla fino al ’91), dal 1984 al 1997, anno della morte di Poletti. Le domande vertevano sui motivi della tumulazione nella basilica di Sant’Apollinare del boss della Banda della Magliana Enrico De Pedis.
La carriera del prelato è stata tutta interna alla Diocesi di Roma e al Pontificato di Giovanni Paolo II, diventando prelato d’onore di Sua Santità e cerimoniere Pontificio il 27 giugno 1984. Aggiungendo anche il titolo di Cappellano Conventuale di Gran Croce ad bonorem del Sovrano Militare Ordine di Malta e quello di Cavaliere di Gran Croce dell’O rd i n e dei Santi Maurizio e Lazzaro, di Casa Savoia (monsignore è molto vicino a Vittorio e a sua moglie Marina Doria). Alle altre cariche il 22 febbraio del 2005 — po – co prima della morte di Giovanni Paolo II — per nomina del cardinale vicario Camillo Ruini, Camaldo assommerà anche quella di assistente ecclesiastico del Circolo di San Pietro, un’istituzione vaticana, presieduta dal duca Torlonia che si dedica alla carità, gestisce un hospice per malati terminali (visitato da Papa Ratzinger il 13 dicembre 2009) e offre un ricovero per la notte ai senza tetto.
Oltre a quelle pontificie Camaldo vanta frequentazioni anche con personaggi dello spettacolo come lo stilista Gai Mattiolo. Ha un proprio sito Internet e lì ringrazia per il sostegno e l’amicizia di molti.
http://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/accuse-choc-in-vaticano-prete-lucano-accusato-di-pedofilia-da-ex-sacerdote-no631812