<p style="text-align: justify;">Domenica 18 Marzo 2012 Settimana cruciale per l’inchiesta Settimana delicata quanto decisiva per l’inchiesta che vede al centro don Marco Mangiacasale, l’ex parroco di San Giuliano arrestato con l’accusa di violenza sessuale continuata su ragazzine minorenni. Nei prossimi giorni, in Procura sono attese infatti le amiche delle giovanissime che hanno denunciato il sacerdote. Il sostituto procuratore titolare dell’inchiesta, Simona De Salvo, alla luce delle quattro denunce presentate nei giorni scorsi ha ritenuto necessario convocare le coetanee delle vittime di don Marco che frequentavano con costanza l’oratorio. In base a quanto è emerso fino a questo momento, le giovanissime che hanno subito abusi dal sacerdote, pur conoscendosi, non sapevano l’una della situazione delle altre. In questo quadro, è inevitabile verificare se ci possono essere altre vittime. Cioè ragazzine che, a differenza delle coetanee, non hanno ancora trovato la forza di rompere il silenzio e raccontare il dramma vissuto. Nei prossimi giorni, le ragazzine saranno ascoltate dal pm. Massima la riservatezza in questa fase delle indagini, particolarmente delicata ma determinante per capire come l’inchiesta potrà evolvere. I colloqui con le giovani dell’oratorio di San Giuliano e con altre, eventuali persone informate sui fatti che la Procura potrebbe chiamare dovrebbero concludersi entro una quindicina di giorni. Solo al termine di questa fase sarà possibile avere un’idea definita della situazione e quindi del quadro accusatorio contestato a don Marco Mangiacasale. In particolare, resta da chiarire se ci siano ulteriori, possibili casi di violenza oltre ai quattro già denunciati. Almeno fino a quel momento, come confermato anche dai legali del sacerdote, l’ex parroco rimarrà in carcere al Bassone e non sono previste ulteriori richieste di scarcerazione. Inizialmente, dopo il primo interrogatorio, la difesa aveva chiesto che il sacerdote fosse trasferito in una struttura ecclesiastica lontana da Como, dove avrebbe potuto avviare un percorso di riabilitazione. Istanza respinta però dal giudice per le indagini preliminari per i rischi di inquinamento delle prove e reiterazione del reato.</p> http://www.corrierecomo.it/index.php?option=com_content&view=article&id=37335:le-ragazzine-attese-in-procura&catid=14:prima-pagina