«Nel nostro Paese non c’è bisogno di alcuna commissionie speciale»
CITTA’ DEL VATICANO
In Italia non c’è bisogno di «alcuna commissione speciale» sui casi di pedofilia nel clero, sul modello di quella istituita ad esempio dalla Conferenza episcopale tedesca. Lo ha detto il segretario generale della Cei, monsignor Mariano Crociata, incontrando i giornalisti durante l’assemblea generale dei vescovi italiani, riuniti da ieri in Vaticano. Secondo Crociata, «le indicazioni del Papa ai cattolici irlandesi e le linee-guida della Congregazione per la Dottrina della fede contengono tutti gli elementi necessari per continuare ad affrontare i casi che si presentano». Il numero due della Cei ha sottolineato che dal punto di vista canonico la Congregazione dell’ex Sant’Uffizio e da quello civile le autorità competenti «hanno nei responsabili della vita della chiesa tutta la collaborazione possibile per accertare la verità dei fatti». Crociata, a una domanda dei giornalisti, ha ribadito che «la normativa italiana non prevede l’obbligo di denuncia». «Evidentemente – ha proseguito – questo non esclude, ma anzi richiede e prevede per nostra specifica iniziativa, che ci siano tutta la collaborazione e la cooperazione per rendere possibile l’accertamento dei fatti, incoraggiando le denunce da parte di chi è a conoscenza e di chi ha subito eventuali abusi». «Che un vescovo possa essere chiamato a testimoniare – ha concluso il segretario della Cei, con riferimento al processo in corso a un sacerdote nel Lazio – è un fatto del tutto ordinario, nella misura in cui egli sia a conoscenza dei fatti».
Il «dramma» della pedofilia non sta provocando cali delle pre-iscrizioni alle scuole cattoliche nè fenomeni di disaffezione dei credenti, anzi viene visto come «l’occasione per la Chiesa per un salto di qualità », ha aggiunto monsignor Crociata. Pur riconoscendo «l’assoluta gravità e drammaticità del problema», ha sottolineato che «sarebbe una grave distorsione guardare alla vita della Chiesa solo dall’angolo visuale di questa specifica questione». «La Chiesa è ferita – ha aggiunto -, dopo le vittime e con le vittime, perchè viene stravolto quello che la totalità dei credenti, dei responsabili e degli educatori, tranne alcune eccezioni, fa ogni giorno in maniera positiva, costruttiva, a volte anche eroica».
Il numero due della Cei ha detto di «non avere notizia» di cali di iscrizioni alle scuole cattoliche, «perchè la reazione, come ha dimostrato anche il raduno in Piazza San Pietro di domenica 16 maggio, è che la Chiesa vuole affrontare il problema e superarlo». «Il popolo cattolico – ha proseguito mons. Crociata – ha orrore del fenomeno pedofilia, vuole che sia affrontato con chiarezza e con le misure necessarie, ma, superandolo, vuole che la Chiesa cresca in qualità ». E per la prima volta da quando è scoppiato il caso della pedofilia, la Conferenza episcopale italiana rende noto che sono cento i casi di abusi sessuali sui minori da parte di preti cattolici che i vertici della Chiesa italiana hanno registrato negli ultimi dieci anni. «In termini generali e veritieri ci risultano un centinaio di casi relativi a procedimenti canonici avviati nell’ultimo decennio», ha dichiarato Crociata.
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