<p style="text-align: justify;">Alassio. Hanno certezze che nemmeno le indagini della magistratura sembrano aver scalfito. Si attaccano alle fiammelle fioche delle candele che tengono in mano, come se queste potessero far luce su una vicenda in gran parte ancora “oscura”. Sono i parrocchiani e amici di don Luciano Massaferro, che sfilano per le vie alassine per testimoniare la propria vicinanza a quel sacerdote che, per loro, è uno di famiglia.</p> <p style="text-align: justify;">“Non siamo qui nè per fare accuse, nè per fare notizia – esordisce monsignor Giorgio Brancaleoni, vicario della Diocesi e attuale reggente della parrocchia affidata a “don Lu” – ma solo per pregare per un nostro fratello in difficoltà. Vogliamo solo la verità”. Parole a cui fanno seguito quelle scritte su un telegramma dal prete alassino chiuso in carcere con la pesante accusa di pedofilia, il quale ha voluto essere idealmente vicino ai suoi parrocchiani: “Sono con voi – ha scritto nero su bianco don Luciano – pregherò insieme a tutti voi nel corso di questa serata”. Una sorta di ringraziamento per chi, nel mare di dubbi sollevato dalle indagini, crede ciecamente nella sua innocenza.</p> <p style="text-align: justify;">Sono quasi 500 i partecipanti alla fiaccolata partita alle 21,30 dalla chiesa di Sant’Ambrogio ad Alassio e intitolata “Canta e cammina, preghiamo insieme per don Luciano, i sacerdoti e la comunità”. Sul sagrato della chiesa di Sant’Ambrogio ci sono auto e pullman con a bordo fedeli che non hanno voluto mancare all’appuntamento di questa sera. A tutti è stato consegnato un libretto su cui è scritto: “Questa sera desideriamo camminare e cantare insieme e per essere vicini a don Luciano e a tutti i sacerdoti che sono nel bisogno. Desideriamo che le nostre voci entrino nel cuore Dio per affidargli don Luciano e la nostra chiesa”.</p> <p style="text-align: justify;">Questa sera, nei cuori dei partecipanti, c’è solo la speranza – anzi, la convinzione – che i racconti di una ragazzina di undici anni che parlano di abusi e violenze ripetute, siano un grosso equivoco che non potrà che essere chiarito al più presto.</p> <p style="text-align: justify;"><b>Guarda le foto della fiaccolata qui:</b> http://www.ivg.it/2010/04/26/alassio-centi...ro/#postcomment</p> <p style="text-align: justify;">http://www.ivg.it/2010/04/27/lontano-dalle...io/#postcomment</p> <p style="text-align: justify;"><b>Lontano dalle fiaccolate e “dalla parte delle bambine di Alassio”</b></p> <p style="text-align: justify;">Sono indignati, alcuni perfino disgustati, davanti alla difesa incondizionata di “un presunto pedofilo in attesa di giudizio”, come si legge online. Alcuni di loro hanno anche assistito alla fiaccolata “pro-don Luciano” organizzata ieri sera per le vie di Alassio, con gli occhi increduli di chi non condivide per nulla il pensiero delle centinaia di persone che sfilavano con le candele in mano e con la convinzione che il proprio amico-parroco sia vittima di un grosso equivoco.</p> <p style="text-align: justify;">“Appena assistito alla processione per don Luciano – scrive Sonia su Facebook -. Mi auguro davvero che sia innocente perchè non voglio pensare a come possano essersi sentiti i familiari della bambina quando passava tutta quella gente con le fiaccole, striscioni e cartelli, cantando e pregando il Signore per riavere il prete libero! Ma possibile che tra tutta quella gente nessuno abbia il minimo dubbio che possa essere colpevole?”.</p> <p style="text-align: justify;">Sonia è uno dei 277 membri del gruppo “Dalla parte delle bambine di Alassio” che trova scandaloso che si additi la presunta vittima di un abuso come “una bugiarda patologica e inattendibile” e un presunto pedofilo come persona innocente a prescindere. “Vergogna” è la parola più “battuta” sulla tastiera del computer e lanciata online. “Davanti all ingresso della chiesa hanno messo uno striscione gigantesco con scritto: “don Lu siamo con te”…vergogna!”: a dirlo è Sabina e a farle da eco arrivano in tanti. “E’ veramente nauseante, nauseante la diocesi e nauseanti i pecoroni” aggiunge Mara, mentre Donata non usa mezzi termini quando scrive: “Non una parola di carità cristiana verso la bambina, che vergogna, le ‘pie donne’ delle parrocchie di san Giovanni e di san Vincenzo dovrebbero vergognarsi”.</p> <p style="text-align: justify;">E ancora: “Si professano cristiani e poi lapidano in pubblico una bimba indifesa, senza neanche porsi il minimo dubbio di chi sia veramente la vittima”, aggiunge Luca, mentre tutti guardano al 24 maggio, giorno dell’inizio del processo, come ad una data che renderà giustizia a quella bambina a cui nessuno sembra pensare. “Il 24 maggio inizierà il processo. Speriamo che la giustizia faccia del suo meglioe poi facciamo un pulmino per andare a trovare il don e dirgli tutto ciò che pensiamo!”.</p>