<p style="text-align: justify;">Era a Sarteano dopo il processo negli Usa per abusi su una ragazzina di 15 anni</p> <p style="text-align: justify;">Sarteano (Siena), 16 aprile 2010 - Si chiude con la partenza questa mattina, da Sarteano con destinazione India, la vicenda di padre Vigei che ieri mattina aveva fatto in un lampo il giro della provincia senese, lasciando dietro di sè incredulità e sbigottimento. La notizia, rimbalzata dall’America, riguardava don Vijara Bhaksar Godugunuru, questo il vero nome di «padre Vigei», sacerdote indiano accusato di molestie sessuali in Florida che, dopo le accuse, era stato trasferito in Toscana, appunto nella diocesi di Montepulciano, Chiusi e Chianciano.</p> <p style="text-align: justify;">Fu lo stesso sacerdote don Vijara Bhaskar Godugunuru a consegnare al vescovo di Montepulciano, monsignor Rodolfo Cetoloni, al suo arrivo in Valdichiana, tutta la documentazione sul processo che aveva subito in Florida, in seguito all’accusa di aver molestato una quindicenne durante un soggiorno negli Stati Uniti. Quindi a vicenda processuale chiusa il sacerdote era stato mandato in Italia, «in una delle comunità della zona, dove non ha mai dato problemi», spiegava ieri mattina monsignor Cetoloni. «Io, comunque — ha aggiunto ancora il vescovo — presi altre informazioni e il suo legale statunitense mi assicurò che non c’era stata nessuna condanna per violenza sessuale. Il prete aveva ‘patteggiato’ ma l’avvocato mi spiegò che per la giustizia americana ciò non significa una condanna o un’ammissione di colpa: è solo un modo per chiudere più velocemente una vicenda e non infierire neppure sulla ragazza che all’epoca dei fatti aveva quasi sedici anni».</p> <p style="text-align: justify;">Ieri quindi è scattata la caccia al prete indiano in una di quelle «comunità della zona». Una ricerca non facile visto che, nella mattinata stessa monsignor Cetoloni taceva sulla nuova identità del sacerdote e sul luogo di «espiazione». La prima tappa è stata quella chiesa del Santissimo Nome di Maria, dove risultava ufficialmente assegnato, ma dove nessuno l’aveva mai visto. Con il passare delle ore le voci ha iniziato quindi a rimbalzare da un paese all’altro e in tanti giuravano di avere un prete di colore nella loro parrocchia, poi però il sacerdote indicato si rivelava congolese, camerunense, forse indiano.</p> <p style="text-align: justify;">Ad un certo punto, ecco che ci si imbatte in quel giovane prete di Sarteano, arrivato poco più di un anno fa, schivo e riservato ma dall’aspetto perbene e amichevole. I dati iniziano a «tornare» e a coincidere: la vicenda Usa risaliva, infatti, al giugno 2006 e l’arrivo del sacerdote in Italia al marzo 2008. Il primo impatto con lui poi dice qualcosa in più: nel pomeriggio di ieri, stranamente all’ora della messa vespertina, il viceparroco don Vigei è in macchina con il parroco don Fabrizio, che evita il taccuino dei cronisti dicendo: «Ora non ho tempo, stiamo andando dal vescovo». La scena si fa più chiara: troviamo l’abitazione del padre indiano e sul campanello di casa c’è scritto «Godugunuru Don Vijay» e fra parentesi «Vigei». E’ la conferma che fa finalmente chiarezza in tutta la vicenda.</p> <p style="text-align: justify;">Nello sbigottimento invece resta la comunità: «E’ una bravissima persona», dicono i parrocchiani a Sarteano; «Un santo, ha riconvertito tutta la mia famiglia» aggiunge Fabio L., suo amico e confidente: «Quando in strada facevo apprezzamenti guardando una donna, diventava rosso tanto era timido e mi ammoniva dicendo che non dovevo esprimermi così, proprio davanti a lui».</p> <p style="text-align: justify;">di PAOLA TOMASSONI</p> http://lanazione.ilsole24ore.com/siena/cronaca/2010/04/16/319216-esilio_molestie.shtml