I preti cattolici che abusano sessualmente di persone giovani non dovrebbero essere definiti pedofili a quanto dichiarato dal Vaticano.
Il vaticano sostiene che l’esempio di abusi sessuali di minori da parte dei preti cattolici andrebbero descritti come casi di Efebofilia .
Per chi non lo sapesse seconda una spiegazione prettamente scientifica, con il termine Pedofilia, che deriva dal greco “fanciullo-affetto” si intende una forma di devianza sessuale che consiste nell’attrazione sessuale da parte di un soggetto sessualmente maturo nei confronti di soggetti che invece non lo sono ancora, cioè in età preadolescenziale o bambini.
L’attrazione sessuale inoltre verso i bambini non è sufficiente per la diagnosi di pedofilia. La psichiatria definisce pedofili solo quegli individui che di età superiore ai 16 anni, provano attrazione sessuale o affettiva, verso bambini o bambine.
Non sono invece da considerarsi pedofili i soggetti attratti principalmente da persone in fasce di età pari o superiori ai 12 anni circa, purché abbiano già raggiunto lo sviluppo della pubertà; tale sintomo di attrazione per i ragazzi adolescenti e definita Efebofilia o anche Ninofofilia o sindrome di Lolita.
Torniamo ora al nostro caso.
L’arcivescovo Silvano Tomasi, osservatore permanente della Santa Sede all’ONU di Ginevra, ha segnalato in una dichiarazione emessa in una riunione del Consiglio dei Diritti Umani delle Nazioni Unite a Ginevra, che sul problema degli abusi verso minori da parte dei sacerdoti non si può parlare di atti di pedofilia ma di omosessuali attratti da adolescenti”.
Per tutti i sacerdoti coinvolti negli abusi, l’80 sul 90% dei casi crede a questo orientamento sessuale minore che viene manifestato nei confronti di ragazzi adolescenti in età compresa tra 11 e 17 anni.
Nella dichiarazione, Tomasi ha, inoltre, tentatato di deviare l’attenzione nei confronti del Vaticano per quanto riguarda la critica dei suoi maniaci sessuali puntando il dito contro altre istituzioni religiose in cui si verificano le stesse, sconvenienti, situazioni. Il bue che chiama cornuto l’asino.
L’arcivescovo, ovviamente era molto preparato ed ha dimostrato la sua tesi, durante la sua brillante discussione, con una statistica per dimostrare, che in termini di percentuali ,meno del 5% dei sacerdoti cattolici sono coinvolti negli abusi sessuali rispetto ad una percentuale più alta presente nelle chiese protestanti americane.
Riportiamo per un’attenta riflessione le dichiarazioni dirette dell’arcivescovo:
“nel clero cattolico solo tra l’1,5 e il 5% dei religiosi ha commesso atti di questo tipo, la percentuale è maggiore tra i familiari e gli amici delle vittime. Non si può parlare di pedofilia, solo di omosessuali attratti da adolescenti. Di tutti i preti implicati in casi di questo tipo, l’80-90% di essi appartengono alla minoranza sessuale che pratica l’ efebofilia ”.
Che messaggio trarre da queste dichiarazioni? Convertitevi alla chiesa cattolica, avrete meno probabilità di essere vittime di abusi sessuali.
E poi, ma la chiesa cattolica non è quella istituzione che non accetta l’ omosessuali tà? Come potrebbero mai verificarsi ed esser giustificati atti di questo genere all’interno di un’istituzione tanto importante?
Forse si tratta di una sorta di catechesi? Nel caso l’arivescovo avesse bisogno di altre motivazioni.
Eh già, forse questi sacerdoti alla fine non è che si sentano attratti verso i ragazzi, magari cercano di metterli direttamente in situazioni reali per cercare di far capire loro che è sbagliato. Cosi a 13 anni durante una confessione, tra le mura di una chiesa, potresti trovarti in un confessionale dove mentre confessi i tuoi peccati qualcuno vada un po’ oltre, e poi ti obbliga a pentirti per quello che hai fatto, o che ti ha fatto, solo dopo però. Sì, sicuramente sarà questo il fine di tale comportamento. Quindi ha ragione l’arcivescovo, non è giusto condannare questi uomini.
http://www.gaywave.it/articolo/vaticano-non-e-pedofilia-ma-efebofilia/7159/
Pedofilia, scontro IHEU – Vaticano in sede ONU
La scorsa settimana Keith Porteous Wood, delegato IHEU (l’organizzazione che unisce le associazioni secolariste di tutto il mondo, UAAR compresa), ha attaccato il Vaticano nel consiglio dei diritti umani dell’ONU sostenendo che la Santa Sede copre gli abusi nei confronti dei minori, accusa le vittime di mentire e protegge gli ecclesiastici direttamente o indirettamente coinvolti. Della risposta vaticana dà oggi notizia il Guardian: si sta facendo pulizia, si ribatte, e in ogni caso “nelle altre confessioni religiose succedono le stesse cose, se non peggio”.
http://www.uaar.it/news/2009/09/29/pedofilia-scontro-iheu-vaticano-sede-onu/
Onu, Vaticano: “Preti colpevoli di violenze non sono pedofili ma omosessuali”
Silvano Tomasi, osservatore del Vaticano in sede ONU, intervenendo a Ginevra presso il consiglio dei diritti umani per rispondere alle critiche mosse dal delegato IHEU Keith Porteous Wood (Ultimissima del 29 settembre), ha sostenuto che nella maggior parte dei casi i preti che si sono macchiati di violenze su minori non sono pedofili, ma piuttosto omosessuali con tendenze di “efebofilia” come riportano testate quali “El Pais”.
Tra le repliche a questa dichiarazione, da segnalare quella del presidente nazionale di Arcigay Aurelio Mancuso: “Il Vaticano è in stato confusionale e confonde ancora una volta il reato di pedofilia, commesso da uomini adulti nei confronti di minori – bambini o bambine, ragazzi o ragazze – con i rapporti consenzienti omosessuali. […] Il vero problema della Chiesa cattolica è la repressione sessuale che crea solo gravi danni nelle persone, essendo causa di solitudine, disinformazione e patologie sessuali”.
http://www.uaar.it/news/2009/10/02/onu-vaticano-preti-colpevoli-violenze-non-sono-pedofili-omosessuali/
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