Il 30 dicembre 2002 vengono arrestate sette persone su mandato del gip del tribunale di Bari Maria Mitola per il reato di divulagazione di materiale pedopornografico via internet.
Tra gli accusati c’anche un parroco 37enne della provincia di Milano al quale sono state sequestrate diverse immagini pedopornografiche – http://www.stefanobolognini.it/attualita/preti.html
8 gennaio 2003. Bari – La procura della Repubblica presso il Tribunale di Bari ha inviato una lettera alla curia arcivescovile di Milano nella quale comunica di aver eseguito un’ ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari nei confronti del parroco della provincia di Milano G.C., di 37 anni, arrestato assieme ad altre sei persone il 30 dicembre scorso nell’ ambito di un’ inchiesta sulla pedofilia via Internet.
http://albamontori.blogspot.com/2007_04_23_archive.html http://forum.quotidiano.net/phpBB2/viewtop…c3250cbd0d682ea
Prete pedofilo col computer della sagrestia
Repubblica — 31 dicembre 2002 pagina 6 sezione: BARI
Dal computer della sagrestia inviava in tutta Italia foto oscene di bambini. «Carpe diem» così si faceva chiamare il prete pedofilo, che scambiava foto a luci rosse nella rete, e che ieri è stato arrestato dalla polizia postale di Bari. è un parroco della provincia di Milano e di lui si sa solo il nick-name, il soprannome in codice che usava nelle chat per accalappiare i clienti e smerciare le foto proibite. Da ieri è agli arresti domiciliari, ma sulla sua identità c’ è il più assoluto riserbo. L’ Arcidiocesi di Milano ha, però, chiarito che «il sacerdote coinvolto non risulta essere della Diocesi milanese». La polizia ha trovato sul computer dell’ insospettabile «cyberpedofilo» centinaia di immagini pedopornografiche, tutte catalogate per nazionalità e tipologia e immesse in rete tramite una sorta di mercato telematico, basato sul baratto. Oltre al prete la Polizia ha arrestato altre sei persone a Caserta, Lucca, Avellino, Sassari, Chieti: uomini tra i 24 e i 34 anni, quasi tutti professionisti e studenti. Una settima persona, raggiunta dal provvedimento di custodia cautelare risulta al momento irreperibile. Si sa solo che è un pugliese. I sei arrestati sono agli arresti domiciliari, ma anche esiliati dal mondo della rete, un mondo virtuale dove hanno commesso un reato punito dalla legge “reale”: divulgazione di materiale pedopornografico. Rischiano da uno a cinque anni di carcere e cinquemila euro di multa. A tutti è stato proibito categoricamente dal gip di Bari, Maria Mitola, di utilizzare telefoni, cellulari e computer. Durante le indagini, coordinate dal pm, Desirè Digeronimo, la polizia ha sequestrato un archivio di oltre 5.800 immagini proibite di bambini. Tutto è partito da delle segnalazioni di cittadini baresi, che, nella primavera del 2001, navigando in Internet si sono imbattuti in siti “sospetti” e hanno fatto denuncia alla Polizia postale. Alcuni agenti si sono infiltrati su diverse «chat line» e durante i contatti si sono fatti inviare dagli indagati «file» di immagini che ritraevano minorenni coinvolti in rapporti sessuali. Insieme con gli arresti il magistrato ha fatto notificare una decina di avvisi di conclusione delle indagini emessi nei confronti di altrettanti indagati a piede libero accusati anche loro di divulgazione di materiale pornografico attraverso internet. A differenza degli arrestati nella disponibilità degli indagati in stato di libertà non sono state trovati archivi di immagini pedopornografiche: a loro viene solo contestato di aver scaricato e diffuso via Internet il materiale. Anche a loro è stata sequestrata tutta l’ apparecchiatura informatica con la quale sono stati scambiati i file incriminati. – CRISTINA ZAGARIA
(Ansa, 8 gennaio 2003). http://ricerca.repubblica.it/repubblica/ar…a_010prete.html