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martedì 23 Aprile 2024

Trauma dell’abuso sessuale infantile

 

 A cura di Daniela Fierro, Psicologa

Non esiste una definizione universalmente accettata di abuso sessuale sui minori, tuttavia lo si può definire come “il coinvolgimento di bambini ed adolescenti – soggetti immaturi e dipendenti – in attività sessuali che essi non comprendono ancora completamente e alle quali non sono in grado di acconsentire con totale consapevolezza”. La caratteristica centrale di ogni abuso è la posizione dominante dell’adulto che induce, in maniera coercitiva o tramite l’utilizzo della forza, un minore ad un’attività sessuale.

Cos’è l’abuso sessuale

L’abuso sessuale sui minori può includere: la masturbazione, l’accarezzamento dei genitali del minore, i contatti orali-genitali, la penetrazione digitale e i rapporti anali o vaginali, ma non si restringe solo al contatto fisico, infatti, si parla anche di “abusi senza contatto” (ne sono esempi  l’esibizionismo, il voyeurismo e la pornografia minorile).

A causa dell’assenza di una definizione universalmente accettata è difficile stabilire la misura precisa del fenomeno dell’abuso sessuale sui minori.
In Italia, tra il 2000 e il 2005 si sono riscontrati 2891 casi di abuso sessuali su minori e  adolescenti.
La casistica del Centro per il Bambino Maltrattato e la Cura della Crisi Familiare di Milano ci dice che il 10% dei casi che vengono riferiti è rappresentato da abuso sessuale e che nell’89% di essi si tratta di incesto padre-figlia.

Le conseguenze dell’abuso sessuale possono andare dall’assenza (almeno apparente) sino allo sviluppo di  sintomi più importanti.
Gli abusi intrafamiliari e quelli associati alla violenza e all’uso della forza comportano gli esiti negativi maggiori; tra questi ricordiamo:

– il disturbo post-traumatico da stress;
– il disturbo borderline;
– un disturbo d’ansia.

In presenza di un sospetto abuso sessuale su minori è bene contattare tempestivamente le autorità competenti (forze dell’ordine e tribunale dei minori) ed un professionista per la salute mentale.

Chi subisce l’abuso

Il rischio di subire un abuso sessuale durante l’infanzia e l’adolescenza è indipendente dalla razza, dalla cultura e dallo status socio-economico. Le statistiche indicano una maggiore prevalenza per il sesso femminile rispetto a quello maschile.
I minori abusati presentano di base una mancanza di fiducia nel mondo e negli altri e una tendenza a percepire il comportamento altrui come ostile e minaccioso. Reazioni tipiche dell’abuso sono anche: difficoltà nelle relazioni interpersonali e condotte aggressive nei confronti dei coetanei e degli adulti di riferimento.
Gli studi indicano che l’abusato di sesso maschile, una volta diventato adulto, non sempre segue il tipico percorso di vittima; infatti, a causa degli steriotipi sociali, alcuni individui possono vivere con orgoglio l’inizio precoce della propria attività sessuale. E’ bene sottolineare, comunque, che queste persone sono più a rischio per il coinvolgimento in atti criminali che per la salute mentale.

Chi commette l’abuso

La maggior parte degli studi sull’abuso sessuale, permette di affermare che:

a) coloro i quali commettono l’abuso (o sexual offenders) sono solitamente familiari o, comunque, persone che il minore conosce e di cui spesso si fida;
b) l’abuso extrafamiliare non è diffuso quanto quello intrafamiliare;
c) il 90% degli adulti che abusa di bambini è di sesso maschile;
d)  il numero di sexual offenders di sesso femminile non è trascurabile;
e) non vi è una maggiore predisposizione all’abuso da parte degli omosessuali rispetto agli eterosessuali.

Non è ben chiaro il percorso attraverso il quale un individuo diviene sexual offender e, data l’eterogeneità della categoria dei soggetti, non si è neppure in grado di comprendere come egli stabilisca le proprie preferenze sessuali. Esistono però alcuni fattori che hanno una qualche correlazione con il fenomeno, tra questi ricordiamo:

• l’uso di sostanze psico-attive (alcol e droghe);
• la presenza di psicopatie.

L’ipotesi più accreditata tuttavia rimane quella dell’ “abusato-abusatore”, secondo cui la vittima, una volta adulta, riproduce la violenza subita seguendo le stesse modalità a suo tempo patite, identificandosi in un certo senso con il suo abusatore.
In qualche modo è come se questi individui agissero sessualmente ed aggressivamente per ridurre gli effetti post-traumatici (senso d’impotenza, immagine negativa di sé, perdita di fiducia nel mondo e negli altri, timore costante di qualche pericolo) indotti dall’abuso sessuale subito da piccoli.

Quali le conseguenze dell’abuso?

L’abuso sessuale sui minori può comportare una serie di problemi psicologici e comportamentali. Solitamente le conseguenze a breve termine compaiono entro due anni dall’abuso e possono manifestarsi, nell’infanzia, con sintomi psicologici quali:
• depressione;
• ansia;
• paura;
• disturbi del sonno;
• disturbi dell’alimentazione;
• enuresi;
• problemi scolastici;
• isolamento sociale;
• mancanza di fiducia;
• giochi sessuali inappropriati;

sintomi fisici quali:
• infezioni veneree ed urinarie;
• infiammazioni;
• emorragie.

In adolescenza sono riscontrabili, prevalentemente

• comportamenti sessuali promiscui;
• prostituzione;
• gravidanze precoci;
• comportamenti auto-lesivi;
• svenimenti.

 Per ciò che concerne le conseguenze a lungo termine, esse possono comportare la comparsa di:

• disturbi post-traumatici da stress;
• disturbi di personalità multipla;
• disturbi borderline di personalità;
• disturbi dell’alimentazione;
• disturbi d’ansia;
• inibizione sessuale;
• uso/abuso di droghe ed alcol;
• comportamento depressivo e suicidario;
• pedofilia.

Gli effetti negativi, dunque, si protraggono nel tempo sino all’età adulta comportando oltre ai sintomi sopra citati, comportamenti aggressivi e violenti verso se stessi e verso i propri figli. Inoltre c’è il rischio che chi è stato abusato possa ritrovarsi ulteriormente coinvolto, come vittima, in relazioni sentimentali psicologicamente e /o fisicamente abusive.
Nel corso dello sviluppo alcuni minori vittime di abuso sessuale sembrano non presentare sintomi o disfunzioni rilevanti, ma va considerato che essi potrebbero essere eccessivamente spaventati dall’esprimere le proprie emozioni e presentare il fenomeno conosciuto come “sleeper effects”, un’apparente o momentanea assenza di sintomi, che non esclude, però, lo sviluppo successivo di problematiche serie.

E’ possibile ‘superare’ un abuso sessuale?

E’ difficile stabilire quale può essere l’impatto traumatico in seguito ad un abuso sessuale; ciò a causa della molteplicità dei fattori che entrano in gioco e che possono essere ascrivibili alle seguenti categorie:

1. individuali: va considerata l’età del minore insieme al suo stadio di sviluppo e alla capacità di comprensione dell’atto abusivo. Influisce anche la presenza o meno di fattori protettivi quali la possibilità di mantenere un buon livello di autostima e di autoefficacia;
2. familiari: qualora i rapporti familiari non risultino totalmente compromessi ed il minore possa contare su un’altra figura familiare affidabile, egli potrà riuscire più facilmente ad elaborare il trauma subito. L’elaborazione sarà tanto meno difficoltosa quanto più sarà possibile per il minore rivelare l’abuso ad un adulto fidato anziché tenerlo segreto per anni;
3. ambientali: il rischio di stigmatizzazione diminuisce in presenza di una comunità che offre sostegno e che è priva di pregiudizi e valutazione negative nei confronti del minore e della sua famiglia.
4. tipo di abuso: quanto più stretta è la relazione tra abusato e abusatore e quanto maggiore sono la durata, la frequenza e la violenza dell’abuso, tanto maggiori sono le conseguenze.

Il minore va sostenuto e con esso anche la sua famiglia.

La consulenza terapeutica in questi casi  è fondamentale e deve essere condotta
tempestivamente.

 Cosa fare se temi che un minore di tua conoscenza sia stata Vittima di Abuso Sessuale

1. Incoraggia il minore a parlare con te o con un altro adulto di fiducia delle sue esperienze, ma attento a non suggestionarlo ed a non suggerirgli eventi di cui non ne hai la certezza e che potrebbero non essere mai accaduti;
2. richiedi un esame medico. Seleziona un medico specializzato nel campo e spiega al minore la differenza tra gli esami medici e le violenze sessuali;
3. rassicura il minore e aiutalo a capire che lui non ha nessuna colpa di quanto accaduto;
4. richiedi un’assistenza psicologica;
5. in caso di sospetto di abuso sessuale avvisa le autorità competenti (forze dell’ordine, tribunale dei minori o  tribunale ordinario).

“Le vittime di pedofilia denunciano da adulti, assurda la prescrizione”

“Ci vogliono molti anni per prendere coscienza degli abusi subiti, superare la vergogna e sentire la necessità di raccontare quello che subito nell’infanzia”, spiega lo psichiatra Alfonso Rossi, il terapista di Diego, vittima a 11 anni di un prete suo insegnante di religione. “Nel nostro apparato di giustizia la vittima occupa un ruolo poco rilevante, la sua sofferenza non è tenuta in conto”, prosegue il medico: “Un prescrizione di dieci o vent’anni è un termine troppo breve per i reati di pedofilia, perché una vittima prende consapevolezza solo da adulto, quando il reato è già stato cancellato dalla prescrizione. Il suo bisogno di giustizia rischia di non essere mai soddisfatto”
di ELENA AFFINITO e GIORGIO RAGNOLI


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