<p style="text-align: justify;"><strong>Monsignor Romeo interviene sull’arresto di padre Roberto Elice, l'ex parroco di via Perpignano accusato di violenza sessuale su tre minori.</strong></p> <p style="text-align: justify;"><em class="author"><img class="alignleft wp-image-63191 size-medium" src="http://retelabuso.org/wp-content/uploads/2016/02/Paolo-Romeo-300x200-300x200.jpg" alt="" width="300" height="200" />di NATALE BRUNO e SALVO PALAZZOLO</em></p> <p style="text-align: justify;">"Non spettava a me denunciare don Roberto", dice oggi l'ex arcivescovo di Palermo, il cardinale Paolo Romeo, rievocando i giorni dell'ottobre 2014 in cui il parroco di via Perpignano confessò in Curia <u><strong>di aver abusato di alcuni bambini</strong></u>. "Non spetta al vescovo denunciare - ribadisce Romeo - all'epoca, ci siamo comunque mossi con tempestività: abbiamo subito contattato la madre dei bambini, informandola del suo diritto dovere di denunciare. Ci disse che l'aveva già fatto".</p> <p style="text-align: justify;"><strong>Però oggi la signora è un po' amareggiata per quella vostra scelta. "Preferisco non commentare", ha detto ieri <a href="http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2016/02/04/la-madre-dei-bimbi-cosi-ho-denunciato-quel-sacerdotePalermo06.html?ref=search"><u>in un'intervista a "Repubblica"</u></a>.</strong> "La signora può pensare ciò che crede. Ognuno è libero di farlo. Ma noi abbiamo seguito le regole previste dal diritto canonico. In otto giorni sono stati adottati alcuni importanti provvedimenti canonici nei confronti di don Roberto Elice. È stato rimosso dall'ufficio che ricopriva e invitato a seguire un percorso particolare in una clinica di Roma specializzata in questo tipo di situazioni. A don Roberto è stato anche vietato di celebrare messa in pubblico".</p> <p style="text-align: justify;"><strong><a href="http://palermo.repubblica.it/cronaca/2016/02/02/news/prete_di_palermo_arrestato_per_pedofilia_le_scuse_dell_arcivescovo-132576326/">Leggi / Prete pedofilo arrestato, le scuse dell'arcivescovo Lorefice</a></strong></p> <p style="text-align: justify;"><strong>Non crede che una relazione scritta dell'arcivescovo alla procura della Repubblica su quanto appreso dal sacerdote reo confesso avrebbe potuto aiutare le indagini? La squadra mobile e i magistrati potevano contare solo sulla denuncia di un bambino, nulla sapevano della confessione in curia del parroco, e ci sono voluti mesi per trovare le prove necessarie. Don Roberto è stato arrestato solo tre giorni fa, quindici mesi dopo il vostro colloquio.</strong> "Lo ripeto. Alla Chiesa non tocca fare alcuna denuncia alla procura. Semmai informare le vittime del loro diritto dovere di denunciare. Ci siamo offerti anche di sostenere economicamente la mamma dei bambini. E con don Roberto si è adottata la massima severità. Certo, un padre non può abbandonare il proprio figlio, anche in questa situazione così grave. E il vescovo è un padre. Abbiamo aiutato quel figlio in difficoltà ad assumersi le sue responsabilità".</p> <p style="text-align: justify;"><strong>Scusi, eminenza. Ma in che modo don Roberto si sarebbe assunto le sue responsabilità? Perché non lo avete invitato a presentarsi subito alla squadra mobile per autodenunciarsi? In fondo, la questura è proprio di fronte al palazzo arcivescovile. Invece, la polizia ha impiegato mesi per scoprire che c'era anche un terzo bambino molestato dal parroco. E si sospetta che le vittime siano molte altre.</strong> "La Chiesa ha i suoi procedimenti ecclesiastici, che non sono meno gravi di quelli penali. Quello per don Roberto è ancora in corso. Ci sono norme precise da rispettare in questi casi. Le stesse che sono scattate nel caso di don Aldo Nuvola".</p> <p style="text-align: justify;"><u><strong><a href="http://palermo.repubblica.it/cronaca/2016/02/04/news/sui_preti_che_molestano_i_bambini_scusarsi_non_basta-132764557/">Leggi / Sui preti che molestano i bambini non basta scusarsi</a></strong></u></p> <p style="text-align: justify;"><strong>È vero che don Roberto le ha scritto una lettera? Un vescovo non ha neanche l'obbligo di segnalare alle autorità civili la confessione scritta di reati terribili?</strong> "Non ricordo se mi scrisse una lettera. È passato tanto tempo. Di sicuro, abbiamo parlato. Ma comunque è tutto agli atti dell'arcidiocesi ".</p> <p style="text-align: justify;"><strong>Un'altra domanda, sullo stesso tema. Perché don Paolo Turturro, l'ex parroco di Santa Lucia, <u><a href="http://palermo.repubblica.it/cronaca/2014/06/07/news/pedofilia_condanna_definitiva_per_don_turturro-88283636/">attualmente detenuto all'Ucciardone per scontare una condanna per pedofilia</a></u>, non è stato ancora sospeso a divinis?</strong> "Ma quello è un caso diverso".</p> <p style="text-align: justify;">Eminenza, si tratta di un caso definitivamente chiuso. Una sentenza della</p> <p style="text-align: justify;">Corte di Cassazione ha sancito la colpevolezza di don Turturro per avere molestato due bambini. "Quello è un caso diverso. Perché lui non esercita il ministero".</p> <p style="text-align: justify;">Non crede che la sospensione a divinis di un sacerdote condannato in via definitiva dalla giustizia terrena possa essere un segnale importante per tutta la comunità, sia ecclesiale che civile? "Mi scusi, ora devo proprio andare".</p> <p style="text-align: justify;">http://palermo.repubblica.it/cronaca/2016/02/05/news/prete_pedofilo_l_ex_arcivescovo_romeo_non_dovevo_denunciarlo_io_-132756774/</p>