Si è quasi concluso il meeting di Berlino che ha visto partecipare i rappresentati di Eca e circa 250 vittime arrivate da tutto il mondo
Nel workshop di questa mattina ha parlato anche il presidente della Rete L’ABUSO, Francesco Zanardi, illustrando la situazione altamente critica dell’Italia, una situazione che è risultata, davanti agli altri 15 Paesi che rappresentano Eca, la più critica in assoluto.
A differenza degli altri Paesi è emerso inequivocabilmente che l’Italia, anche a causa dell’influenza politica e alle connivenze tra il Vaticano e il sistema politico, è probabilmente il Paese più indifeso, ma anche l’unico che non ha nessuna politica nazionale di prevenzione di fronte a questo fenomeno. Un Paese che non ha ancora quantificato, a differenza degli altri, l’entità del fenomeno della pedofilia clericale. Sarà probabilmente quello più colpito da questo fenomeno: non solo sul suolo italiano c’è un fenomeno locale di preti italiani ma, in realtà, è diventato un collettore che raccoglie preti indagati in ogni parte del mondo, ci sono moltissimi casi,infatti, di preti stranieri mandati nel nostro paese.
Oltre all’assenza di prevenzione, è emerso che in Italia non esiste alcuna politica per il soccorso delle vittime dopo gli abusi. Non esiste nessuno sportello, malgrado la legge lo preveda, per aiutare le vittime a superare il trauma. In base alla legge europea lo Stato italiano ha ratificato un fondo per le vittime di reati gravi, fondo che, attualmente, non esiste. Moltissime vittime abusate, anche se al termine del processo vincono e viene loro riconosciuto un risarcimento, spesso non lo ottengono perché i preti o non hanno le cifre per poterli risarcire o, spesso, risultano nullatenenti.
Come più volte è stato detto negli articoli della Rete L’ABUSO il problema principale per l’Italia è l’assenza della stampa, stampa che sta parlando unicamente delle notizie incensurabili che arrivano dai giornali stranieri, ma che non solleva il caso italiano, non parla dei casi italiani. Questa mattina il presidente della Rete L’ABUSO ha esposto quattro casi dove risulta coinvolto anche papa Francesco, anche solo per inadempienze:
- il caso di Milano, che vede coinvolti due Vescovi: mons. Mario Delpini e mons. Pierantonio Tremolada. Malgrado la Congregazione per la Dottrina della Fede fosse informata da tempo degli insabbiamenti compiuti dai due monsignori, malgrado il fatto che lo stesso Delpini abbia verbalizzato davanti alla Polizia di essere stato subito avvisato del fatto che un prete avesse dormito con un minore e lo avesse comunque spostato in un’altra parrocchia ancora con i minori, malgrado la dichiarata “tolleranza zero”, malgrado tutto ciò papa Francesco ha promosso i due monsignori: il primo arcivescovo di Milano, il secondo Vescovo di Brescia
- Il caso dell’istituto per bambini sordi Antonio Provolo di Verona: nel 2014 un gruppo di sordi ha incontrato papa Francesco consegnandogli una lettera contenente i nomi di 25 sacerdoti accusati di atti di pedofilia, e tra questi anche don Nicola Corradi che è stato poi arrestato in Argentina nel 2016. Questo grazie alla giustizia argentina perché papa Francesco, seppur personalmente informato già nel 2014 non ha mosso un dito nei confronti del sacerdote.
- Il caso di Don Silverio Mura. Proprio oggi la Procura di Pavia ha comunicato telefonicamente al presidente della Rete L’ABUSO la data di una convocazione per un interrogatorio riguardo all’esposto fatto su questo sacerdote. Il caso di Don Silverio Mura è emblematico nelle coperture perché la presunta vittima, Arturo Borrelli, è stato ricevuto da papa Francesco, ma non vi è stato nessun intervento da parte sua. All’inizio del 2018 si è scoperto che il sacerdote era stato trasferito da Napoli a Montù Beccaria, un paesino del pavese, dove operava addirittura sotto falso nome, probabile motivo questo dell’indagine della Procura di Pavia. Dopo aver scoperto il prete a Pavia, quest’ultimo è di nuovo sparito e si ignora, in questo momento, dove questo sia.
- Il caso dei chierichetti abusati nel pre-seminario del Vaticano: allo stato attuale risulta insabbiato per la terza volta. Di fronte a questo caso le dichiarazioni di “tolleranza zero” del Papa risultano improponibili, in quanto non è riuscito a risolvere il caso “di casa sua”, avvenuto dentro lo Stato di Città del Vaticano. Il sacerdote accusato, don Gabriele Martinelli, non è stato nemmeno sospeso, anzi, all’inizio dell’estate i report della Rete L’ABUSO lo scoprivano che stava ancora operando, senza alcuna sospensione cautelativa, ed era addirittura incaricato di raccogliere le prenotazioni per gli esercizi spirituali, organizzati presso l’Opera Don Folci di Como, e condotti poi da mons. Francisco Ladaria, Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, organo deputato proprio al giudizio sulla “purezza dei sacerdoti”. Troviamo quindi coinvolto anche Ladaria in un serie di inadempienze.
I dati emersi, a confronto con quelli degli altri Paesi, fanno risultare l’Italia, oggi, il Paese più a rischio fra i 15 paesi che fanno parte di ECA. Tra le motivazioni vi è la totale assenza di inchieste giornalistiche: i casi vengono riportati a livello locale ma non c’è un tam-tam della stampa sui casi italiani. La stampa riporta quanto vi è di incensurabile che esce all’estero, ad esempio quello del caso del Vaticano è un caso più che emblematico. In una situazione di democrazia i giornalisti hanno dei privilegi, privilegi costituzionali che non sono dati a caso: la stampa è fondamentale nei paesi democratici perché è quella che permette, scrivendo e dunque informando i cittadini, di tutelare i più deboli, i minori in questo caso, e anche di permettere ai cittadini stessi di protestare contro le inadempienze del Governo. Questa situazione ha destato un notevole interesse da parte dei giornali di tutto il mondo presenti questa mattina al meeting.
Altro punto è la totale assenza dei Governi che si sono susseguiti in questi ultimi anni. L’attuale Governo è coinvolto in una interrogazione parlamentare, fatta dall’onorevole Matteo Mantero nel novembre scorso, che interroga il Parlamento sui preti pedofili. A seguire c’è stata una Diffida nei confronti del Governo che a livello italiano non ha aperto nessuna discussione, anzi, il Governo non ha addirittura risposto a quella Diffida. In compenso hanno risposto le Nazioni Unite, ovvero l’alto commissariato per i diritti umani di Ginevra, che ha aperto prontamente un fascicolo sull’Italia che sarà reso pubblico il 19 gennaio del 2019.
Altro problema, che aggrava la situazione, è l’inerzia dell’autorità giudiziaria italiana. Negli altri Paesi l’autorità giudiziaria si muove autonomamente, apre fascicoli, indaga sui casi che avvengono negli Stati, in Italia invece questo non sta avvenendo.
Alle 16.30 di questo pomeriggio gli attivisti e le vittime presenti al Congresso manifesteranno nella Piazza del Parlamento tedesco.
Nella sessione di ieri sono intervenuti diversi rappresentanti di diverse fazioni politiche; è intervenuto anche il ministro della tutela dei diritti delle famiglie, donne, anziani e bambini, con un intervento significativo.
Vediamo quindi una situazione politica nettamente diversa da quella che abbiamo in Italia.