<p style="text-align: justify;">Si faceva chiamare don Saverio. Un nome non molto diverso da quello reale, Silverio, ma comunque falso. È l’ultimo atto della vicenda a tinte fosche che fatto visto balzare il piccolo comune di Montù Beccaria agli onori delle cronache nazionali dopo il servizio della trasmissione Le iene in cui venivano intervistate due presunte vittime di don Silverio Mura, il sacerdote napoletano accusato di abusi sessuali ai danni di diversi adolescenti trasferito lo scorso anno in gran segreto proprio nella parrocchia di Montù, in una sorta di esilio tra i vigneti per sfuggire al clamore mediatico. Diversi residenti, tra cui anche i genitori di bambini a cui il prete napoletano accusato di pedofilia ha fatto catechismo negli ultimi mesi, assicurano che al suo arrivo, l’anno scorso, era stato presentato come don Saverio e che tutti, compreso il parroco don Simone Baggio, erano all’oscuro dei trascorsi di don Silverio e delle pesantissime accuse a lui rivolte. Accuse talmente pesanti e così ben descritte dai suoi accusatori intervistati dalle Iene, che hanno convinto papa Francesco a far riaprire il caso, archiviato un paio d’anni da dalla commissione d’inchiesta interna al Vaticano. Ma la vicenda che sta tenendo banco sulle colline dell’Oltrepo orientale e ha fatto venire la pelle d’oca a tanti genitori ignari che avevano affidato ai suoi insegnamenti i propri figli, sta diventando un giallo. Perché il prete accusato di pedofilia, dopo il servizio delle Iene, ha lasciato Montù senza preavviso per raggiungere una destinazione al momento ignota. Alcuni dicono che si trovi a Milano, altri in Sicilia o che si rientrato nel napoletano, da qualche parte. E intanto, le reti anti abuso si mobilitano, puntando il dito contro la decisione dei superiori di don Silverio che l’hanno rimesso a contatto con gli adolescenti, solo spostandolo a quasi mille cilometri da casa.</p> https://www.youtube.com/watch?v=TZBQbJ6u_oI