A casa mia i regali di Natale vengono messi sotto l’albero, e abbiamo l’usanza di aprirli tutti insieme la notte di Natale: una grande gioia per tutta la famiglia, anche se i figli non sono più così piccoli.
È un momento di gioia molto intensa, tutto è impacchettato, ogni pacchetto ha il nome del destinatario, si cerca di indovinare cosa c’è dentro … e fin qui: come in tantissime altre famiglie, ma non vi scrivo per raccontarvi questo.
Mio figlio mi passa un pacchetto con una busta con il mio nome, una bella busta, sul retro vi è il nome di una mia carissima amica, dunque so di chi sarà il regalo che sto per aprire e leggo prima il biglietto.
Un BIGLIETTO STRANO: inizialmente non capisco, ho bisogno di leggerlo più volte perché non sono i soliti auguri con le “frasi fatte” o con le “frasi per ogni circostanza” che ormai si trovano anche in internet, quelle che “si vede lontano un miglio che non le ha scritte chi te le scrive”.
Qui è diverso. La mia amica carissima mi sta dicendo qualcosa. Mi dice qualcosa che mi scuote. “In questo Santo Natale accendiamo un piccolo LUME per tutte le vittime della PEDOFILIA”.
Come si fa ad associare il Natale con la pedofilia?
Parla poi di “LUCE per togliere il buio dell’INDIFFERENZA”.
Già. Indifferenza pura: a chi interessano le vittime della pedofilia? Chi sono le vittime della pedofilia? Quando se ne parla?
Intanto non riesco ad aprire altri pacchetti, sono concentrata su questo biglietto di auguri. Proseguo nella lettura.
“Perché il suo CALORE possa riscaldare i cuori e ravvivare l’AMORE”.
Ho mai pensato alla sofferenza di una vittima di un pedofilo? Ho mai pensato al “cuore che piange” di chi ha subito un abuso? Inizio a mettermi in sintonia con il messaggio della mia amica: mi sta scuotendo. Ma non è una scossa negativa di quelle che dici “non ci voglio pensare, non mi tocca, non mi interessa”: voglio capire di più.
Il messaggio prosegue parlando di SPERANZA, di ricerca della GIUSTIZIA e della VERITA’.
Solo tante belle parole? NO: la mia amica propone di “SOSTENERE CHI CORAGGIOSAMENTE SI METTE AL FIANCO DI QUESTE VITTIME” e nomina un sito internet, quello a cui sto scrivendo questa mia lettera: retelabuso.org, chiede di “sostenere l’Associazione Rete L’ABUSO con un contributo concreto, spirituale e economico affinché si riesca a fermare questa strage di anime”, e si firma “AMICA di una vittima”. Mi colpisce profondamente. Lascia nel mio cuore una bella inquietudine, non posso rimanere indifferente.
Non conosco questa Associazione, mentre apriamo i pacchetti nella notte di Natale non accendo il pc … e nemmeno il giorno di Natale. Ma non mi dimentico e, due giorni dopo, appena apro la connessione internet inizio a leggere gli articoli presenti nel sito proposto dalla mia amica.
È per me una realtà sconosciuta. Intuisco che il fenomeno della pedofilia dei sacerdoti è molto più vasto di quello che si immagina e lo sgomento iniziale viene poi sostituito dal desiderio di fare qualcosa.
Come la mia amica, anch’io sono cattolica, credente e praticante e, proprio per questo, non posso far finta di nulla: chiudere gli occhi o negare il problema non serve a nessuno.
È una realtà che fa male? Si, molto male: pensare che un sacerdote possa violare il corpo e la personalità di un bambino o di un adolescente ha qualcosa di diabolico, è qualcosa che bisogna avere il coraggio di chiamare con il suo nome, è un CRIMINE.
Non mi sono bastati questi giorni, da Natale a oggi, per comprendere fino in fondo le implicazioni di tutto questo tema, non ho certo la presunzione di fare un trattato sulla pedofilia e nemmeno sulla sofferenza delle vittime.
Ho però preso una decisione, un impegno con me stessa: non posso più rimanere beatamente indifferente, desidero approfondire questo tema, contribuire a creare e diffondere cultura, non cedere allo stereotipo che “non si può parlare male della Chiesa”: QUI NON SI TRATTA DI PARLARE MALE DELLA CHIESA!
Si tratta di avere il coraggio di chiamare male quello che è male, e di combatterlo. Anche questo vuol dire essere cattolici!
Rimanendo dalla parte di chi era un bimbo o un adolescente che si affidava ad un adulto che lo ha tradito, ha tradito la sua capacità di fidarsi degli altri.
E ho preso l’impegno di fare la TESSERA DI SOCIO SOSTENITORE di questa Associazione, di proporla a mia volta ad amici e conoscenti. Se posso fare altro, fatemi sapere!
Grazie a Francesco Zanardi, Presidente di Rete L’ABUSO
Grazie cara amica che mi hai aperto gli occhi
Lettera firmata
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