Nessuno ferma gli orchi
Oggi don Sergio, quel don Sergio raccontato in Golgota, è ancora prete, come risulta dall’annuario della diocesi del Nord Italia dove l’ho incontrato e conosciuto. Nonostante i documenti ufficiali, contatto l’amico e collega giornalista Oscar Puntel, che vive in quelle zone, e gli chiedo di svolgere una indagine sul campo.
Risultato: moltissimi dei suoi confratelli sanno delle sue avventure gay, meno delle sue pulsioni pedofile.
I suoi confratelli mi hanno anche raccontato che nel 2014 è finito di nuovo sul giornale. Una sera ha adescato un giovane marocchino, si è appartato con lui in un parco e alla fine è stato derubato.
È ancora prete, questo è certo. Ma dove si trova?
Sono andato a cercarlo su Facebook, e ho provato un sentimento di rabbia e incredulità.
Don Sergio ha coronato il suo sogno. In uno degli nostri incontri mi aveva confidato che il vescovo gli aveva chiesto dove volesse andare.
«Mi mandi in Africa», aveva risposto lui.
Non so come sia successo, ma don Sergio è stato accontentato.
Ora vive in una città africana gemellata con la sua diocesi. Sulla sua pagina Facebook posta regolarmente le sue foto, abbracciato a giovani e ragazzini. E a chi gli chiede cosa ci faccia in Africa, lui candidamente risponde: «Avevo necessità di scrivere un nuovo capitolo della mia vita». Aggiungendo emoticon con dei “porcellini”.
Sgrunt, sgrunt. Nei suoi commenti, il verso dei maiali è ricorrente.
La domanda che ci si pone oggi, e alla quale si fa fatica a rispondere, è: quanti sono i preti pedofili in Italia?
In assenza di dati da parte della Conferenza episcopale italiana, mi sono rivolto alla “Rete L’Abuso”, una onlus che riunisce circa 500 vittime di preti pedofili e fornisce loro assistenza legale e psicologica per affrontare il trauma. L’associazione ha un database in cui raccoglie le segnalazioni e i casi che escono sui giornali. È un puzzle incompleto e non ufficiale, perché molte vittime non denunciano, oppure sfuggono alle pagine di cronaca. Ma aiuta in qualche modo a inquadrare meglio la realtà. I preti condannati in via definitiva per pedofilia sono 134; quelli attualmente indagati sono 113.
Chiedo al responsabile, Francesco Zanardi, quanto siano attendibili questi numeri. «Non esistono dati ufficiali. In un’intervista rilasciata a Eugenio Scalfari, papa Francesco ha detto che è coinvolto il 2 per cento dei religiosi. Secondo i nostri calcoli la percentuale è fra il 2 e il 6 per cento.»
La questione numerica sul totale della popolazione religiosa è tuttavia relativa. L’elemento più drammatico è la serialità del fenomeno.
Perché ogni singolo religioso, prima di essere fermato, passando da una diocesi all’altra ha spesso continuato ad abusare di un numero spropositato di vittime. Ci sono casi di preti che sono arrivati fi no a 80 minorenni violentati.
Questo è il quadro che anche il papa ha imparato a conoscere.
Francesco lo sa bene: la Chiesa deve cambiare, altrimenti morirà.
È soltanto questione di tempo; se non riesce a cambiare rotta, la nave andrà a fondo.
Conclude Richard Sipe: «Ho fiducia in Francesco, ma temo che gli scandali sessuali e i connessi problemi irrisolti della Chiesa porteranno, nel lungo periodo, alla sua distruzione. Abbiamo i banchi delle chiese vuoti, la domenica. Vi siete mai chiesti perché? Gli insegnamenti dottrinali sono troppo rigidi, vanno contro la nostra inclinazione, quello che la nostra natura ci insegna e ci mostra. Viviamo in una ricerca continua di affetto, amore e relazioni. Anche sessuali. Ma la Chiesa è l’esatto opposto. O cambia o si distruggerà con le proprie mani».
Estratto dal libro “IL REGNO DEI CASTI” di Carmelo Abbate
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