<p style="text-align: justify;"><strong>La regione condanna gli abusi del Profeta su 86 bambini. Piegate le resistenze del Pd</strong><!--mpe_summary--></p> <address class="author"><!--mpe_signature-->Di Simone Cosimelli</address><address class="author"><strong>Diceva il Cancelliere tedesco Konrad Adenauer</strong>: «La storia è la somma totale delle cose che avrebbero potuto essere evitate». Ieri, il Consiglio regionale della Toscana quelle cose le ha messe in fila – una alla volta, tutte drammatiche – e, con trent’anni di ritardo, si è fatta la storia. Il Forteto, nella sua triplice veste di associazione (ex-comunità), fondazione e Cooperativa, è stato condannato per i quasi 40 anni di abusi sessuali a danno di tanti ragazzi disagiati. Ragazzi finiti in mano ai pedofili grazie allo Stato. Grazie alla compiacenza dei Tribunali dei minori, alla negligenza dei servizi socio sanitari e degli assistenti sociali, alla deferenza della Stampa e del mondo culturale. Alla disattenzione o, peggio, alla connivenza della «Toscana rossa». Per questo, la relazione della commissione d’inchiesta Bis, così lucida nel fare nomi e così scomoda nel puntare il dito contro un sistema ben radicato, è stata approvata all’unanimità. <p style="margin-top: -4px; color: #393838; font-family: 'Open Sans', sans-serif; font-size: 14px; line-height: normal; text-align: justify; background-color: #ffffff;"><strong>I precedenti dell'inchiesta:</strong></p> <p style="margin-top: -4px; color: #393838; font-family: 'Open Sans', sans-serif; font-size: 14px; line-height: normal; text-align: justify; background-color: #ffffff;"><a href="http://www.affaritaliani.it/cronache/il-forteto-non-esiste-gli-orrori-di-un-storia-che-nessuno-racconta-426535.html" target="_blank" rel="noopener noreferrer"><u><span style="color: #0066cc;">parte 1</span></u></a>, <a href="http://www.affaritaliani.it/cronache/forteto-terremoto-pd-da-chiti-a-fassino-da-rosy-bindi-a-d-alema-429159.html" target="_blank" rel="noopener noreferrer"><u><span style="color: #0066cc;">parte 2</span></u></a>, <a href="http://www.affaritaliani.it/cronache/inchiesta-forteto-30-anni-di-violenze-solo-disattenzioni-429553.html" target="_blank" rel="noopener noreferrer"><u><span style="color: #0066cc;">parte 3</span></u></a>, <a href="http://www.affaritaliani.it/cronache/la-setta-la-cooperativa-il-formaggio-ecco-il-business-del-forteto-431276.html" target="_blank" rel="noopener noreferrer"><u><span style="color: #0066cc;">parte 4</span></u></a>, <a href="http://www.affaritaliani.it/forteto-condanna-in-appello-15-anni-a-rodolfo-fiesoli-432319.html" target="_blank" rel="noopener noreferrer"><u><span style="color: #0066cc;">parte 5</span></u></a>, <a href="http://www.affaritaliani.it/cronache/forteto-mi-dissero-chi-tocca-muore-parla-con-affari-il-consigliere-mugnai-433780.html" target="_blank" rel="noopener noreferrer"><u><span style="color: #0066cc;">parte 6</span></u></a></p> <p style="text-align: justify;"><strong>Al Forteto, comunità innestata nel cuore del Mugello</strong>, i bambini venivano violentati sistematicamente da Rodolfo Fiesoli (il principale imputato, condannato a 15 anni). Si lavorava 365 giorni l’anno, (nella maggior parte dei casi) senza stipendio e senza aver raggiunto la maggior età. Si incoraggiava l’omosessualità come antidoto per «togliere la materialità di dosso». Si colpiva psicologicamente, allontanando le famiglie naturali e impedendo ogni contatto con l’esterno. E Intanto quei metodi, fuori, erano esaltati (se ne parlò a Palazzo Madama in Senato o a Palazzo Vecchio, al tempo di Renzi), la Coop macinava milioni e la Toscana si inchinava.</p> <p style="text-align: justify;"><strong>Alla fine, i sei consiglieri delegati all’indagine Bis sui favoritismi istituzionali</strong> di cui Fiesoli e compagni hanno goduto negli anni, forti della sentenza in appello del 15 luglio scorso che ha confermato l’impianto accusatorio, hanno piegato le resistenze del Pd – arroccato nella difesa della cooperativa economica (uno dei volti del Forteto) e indisposto verso la denuncia di «coperture politiche». Così Leonardo Marras, capogruppo in aula, dopo aver rifiutato la narrazione di un partito influenzato dalle propaggini del Forteto (come però i fatti suggeriscono), e dopo aver respinto l'attaco generalizzato all'eredità della sinistra, ha rinunciato alle posizioni prese nei giorni scorsi e messo la parola fine sulla bagarre interna alla Regione. «E’ il momento della vergogna e della solidarietà alle vittime – ha detto – Lo dobbiamo a loro e ai cittadini: chi sapeva o vedeva, o chi avrebbe potuto sapere e vedere, doveva prendere provvedimenti e non lo ha fatto. Ora servono soluzioni, serve dare voce a chi non ce l’ha e mettere un punto, per ricominciare».</p> <p style="text-align: justify;"><strong>Significativi gli interventi di Paolo Bambagioni (Pd),</strong> presidente della commissione e grande accusato dal suo stesso partito per la firma posta sul documento stilato in 9 mesi di lavoro. «Sono 86 pagine – ha ricordato ieri – come gli 86 bambini mandati in pasto a Rodolfo Fiesoli e la setta del Forteto. Ora, meno parole e più coraggio». Addirittura in lacrime, commosso e indignato, Stefano Mugnai (Forza Italia), l’uomo a cui nel 2012 dissero: «Stai attento, chi tocca il Forteto muore». Era un sistema chiuso – ha ammonito - con un contesto, culturale e politico, da colpevolizzare. Lo Stato mandava i ragazzi lì dentro, e quella coop, per quanto oggi importante, è stata costruita sulle sofferenze delle persone. Prendiamone atto, definitivamente. Deve essere il giorno in cui, tutti, la sinistra e l’opposizione, ammettiamo gli errori commessi, e l’ultima volta che si fa polemica sul Forteto».</p> <p style="text-align: justify;"><strong>La risoluzione votata, oltre ad esprimere piena solidarietà alle vittime</strong>, impegna il Presidente del consiglio regionale, Eugenio Giani, e la Giunta presieduta da Enrico Rossi su diverse questioni:</p> <ul style="text-align: justify;"> <li>Spingere affinché il Governo nazionale valuti la reintroduzione nel codice penale del reato di plagio.</li> <li>Il potenziamento del progetto per la riacquisizione di autonomia per minori e giovani in uscita dalla comunità. Senza dimenticare i disabili, per i quali è auspicabile una sistemazione diversa, e intraprendendo ogni azione necessaria per far sì che, all'interno della Cooperativa, le vittime di abusi non debbano lavorare al fianco dei colpevoli, o di chi, a qualunque titolo, continui ad intrattenere rapporti con la comunità: come, paradossalmente, avviene.</li> <li>Costituzione di un Osservatorio composto da esperti sul fenomeno delle sette.</li> <li>Predisposizione di una relazione entro la fine del 2016 sullo stato dei servizi di affido di minori in ogni zona socio-sanitaria della Toscana.</li> <li>Sollecitazione per l’istituzione di una commissione parlamentare d’inchiesta, che abbia poteri equiparabili a un’autorità giudiziaria, per arrivare dove non si è potuto (restano infatti molti passaggi oscuri).</li> <li>Invito della documentazione al Ministero dello sviluppo economico, sostenendo la necessità del commissariamento per la Coop: così da recidere ogni legame col passato e rilanciare la filiera produttiva.</li> </ul> <p style="text-align: justify;"><strong>La prossima mossa, dunque, dovrà partire dai palazzi romani</strong>: dove pure il nome Forteto non è affatto sconosciuto. Parlamento e, ovviamente, Governo, avranno la possibilità di squarciare il velo di omertà, reticenze e menzogne che avvelenano il Mugello dal ’77. Da ieri non è più possibile dubitare e non è più accettabile chiudere gli occhi. L’esperienza insegna, però: le vie del Forteto sono infinite. E in buona parte, malgrado tutto, ancora inspiegabili.</p> <p style="text-align: justify;">http://www.affaritaliani.it/cronache/la-toscana-affonda-il-forteto-si-all-inchiesta-parlamentare-434202.html#.V5py3KuFL68.facebook</p> </address>