<p style="text-align: justify;"><strong>Il giudice ha rinviato a giudizio il parroco per tre episodi nonché la donna accusata di averlo aiutato a evitare le indagini</strong></p> <p style="text-align: justify;"><em class="author">di Pierluigi Sposato</em></p> <p style="text-align: justify;">GROSSETO. Devono essere giudicati dal collegio. Sia il parroco, accusato di episodi di molestie di carattere sessuali, sia la donna, imputata di aver cercato di aiutare il sacerdote a eludere le indagini. Sono stati rinviati a giudizio al termine dell'udienza preliminare davanti alla dottoressa Valeria Montesarchio: per loro dovrà esserci un processo, a novembre, davanti ai giudici del collegio. Il gup ha demandato al dibattimento il compito di capire la portata delle contraddizioni emerse nel corso delle indagini e al termine dell’incidente probatorio. Contraddizioni evidenziate dai difensori dei due imputati ma che secondo il sostituto procuratore Giuseppe Coniglio, e anche secondo il giudice, non sono tali da portare a una pronuncia di non luogo a procedere. Decisione non facile quella del gup, arrivata al termine di una camera di consiglio di un’ora, dopo che accusa, parte civile e difesa si erano confrontate per oltre due. Il parroco, poco più che cinquantenne, deve rispondere di tre episodi di violenza sessuale, tutti avvenuti secondo l'accusa nel 2010: il primo nel cortile della parrocchia, gli altri nei locali della parrocchia. Il primo, a primavera, indica che il sacerdote avrebbe afferrato il ferretto del reggiseno di una ragazzina, non ancora 14enne, e avrebbe poi mosso la mano toccandole il seno. Solo e soltanto questo capo di imputazione era stato oggetto dell'incidente probatorio, quando le ragazzine - una minore di 14 anni, l'altra di 16 - erano state sentite alla presenza di un esperto nominato dal giudice. Gli altri due (epoca maggio 2010 e genericamente 2010) sono invece finiti direttamente nella richiesta di rinvio a giudizio, datata dicembre 2014. Si tratta dei capi di imputazione scaturiti dalle dichiarazioni di altre due giovanissime, raccolte dalla polizia giudiziaria. Nel primo caso, il parroco è accusato di aver abbracciato una ragazzina, di averle palpeggiato i glutei e di averle dato un bacio vicino alle labbra.</p> <p style="text-align: justify;">Nel secondo caso, il sacerdote deve rispondere di aver abbracciato un’altra ragazza, di aver messo una mano tra sé e lei e di averle palpeggiato il seno. L’inusuale mancanza del vaglio dell'incidente probatorio, hanno fatto notare i difensori Patrizia Fabiani (per Paolo Bastianini) e Lorenzo Mascagni, con una raccolta di dichiarazioni avvenuta senza i genitori, senza uno psicologo, senza videoregistrazioni, non ha permesso di approfondire questi episodi. Episodi che sarebbero stati a loro giudizio meritevoli non solo di analisi ma anche della chiusura del fascicolo senza processo, perché le ragazzine sarebbero state smentite da quelle persone che loro stesse avevano indicato come testimoni dei fatti. Già in fase di memoria presentata al termine delle indagini, l'allora difensore Bruno Leporatti aveva sollecitato l’archiviazione del provvedimento. E su questo solco si sono innestate le argomentazioni difensive: le discrasie sono sostanziali e consistenti, hanno fatto notare i legali, qui in gioco c’è l’intenzionalità del gesto, la volontarietà, il dovere di accertare che si sia trattato di un movimento non equivoco. Secondo il perito della difesa, un esperto neuropsichiatra, le contraddizioni emerse (le ricostruzioni risultano non sovrapponibili) dovrebbero lasciare propendere per un fraintendimento del gesto, non per il compimento dell’abuso. Il dibattimento, hanno aggiunto, non potrebbe apportare nulla di nuovo o di più chiaro alla vicenda. Dall’altra parte, però, c’è la relazione del perito del gip che all’epoca aveva definito attendibili e credibili le dichiarazioni dell’incidente probatorio, al di là delle contraddizioni. Anche la parte civile (avvocato Alberto Solari - in rappresentanza solo della ragazzina del primo capo di imputazione, le altre non si sono costituite) ha insistito per il rinvio a giudizio. Il pm ha opposto, caso mai, l’esecuzione di una nuova perizia di esame degli esiti dell’incidente probatorio, per dare un contorno più esatto a queste condotte che - ha detto - si situano nell'ambito del «grigio», né nere, né bianche. Saranno i giudici del collegio a disporre eventualmente un'altra perizia. Già è prevedibile che accusa e difesa torneranno a confrontarsi sugli accertamenti peritali. Differente, invece, la posizione della donna di cinquanta anni: lei, assistita dall'avvocato Giuseppe Nicosia, avrebbe fornito false informazioni,</p> <p style="text-align: justify;">affermando in due occasioni di non ricordare il contenuto di una riunione tenutasi alla presenza del parroco e di due ragazzine - una delle quali vittima del primo atto a carattere sessuale - organizzata da lei dopo le confidenze ricevute dalle ragazze sulla violenza sessuale subita.</p> <p style="text-align: justify;">http://iltirreno.gelocal.it/grosseto/cronaca/2016/07/06/news/palpeggiamenti-sacerdote-a-processo-1.13778564</p>