Monsignor Tony Anatrella, psicanalista francese, consultore del pontificio consiglio per la famiglia, viene accusato di molestie sessuali. Le accuse, raccolte dal sito Mediapart (fondato da ex giornalisti di Le Monde), provengono da “diverse vittime” che sarebbero state molestate nel corso di sedute psicoterapeutiche. Monsignor Anatrella era stato bersaglio già negli anni passati di accuse, che non avevano avuto seguito, e l’arcidiocesi di Parigi avrebbe ricevuto segnalazioni già nel 2001. Il prelato l’anno scorso fu definito da Avvenire “tra i massimi studiosi mondiali del ‘rischio gender’, autore di numerosi saggi sul tema”. Ed è suo il commento che ha corredato il Documento della Congregazione per l’Educazione Cattolica sulla non ammissione dei gay al sacerdozio, pubblicato sull’Osservatore Romano il 29 novembre 2005.
“A febbraio scorso – ricorda AskaNews – monsignor Anatrella ha avuto una certa risonanza mediatica quando, ad un corso di aggiornamento per nuovi vescovi, ha affermato che per i vescovi questo obbligo non esiste. Per il “Vaticano”, i vescovi cattolici “non sono obbligati a denunciare gli abusi del clero sui bambini”, ha riassunto il quotidiano britannico The Guardian. Subito contestato dal cardinale Sean O’Malley, presidente della Pontificia commissione per la tutela dei minori, che in una nota a nome della commissione ha affermato che vige invece la “responsabilità morale ed etica di denunciare gli abusi presunti alle autorità civili”.
Le accuse contro il sacerdote psicanalista per comportamenti impropri e molestie sessuali durante le sedute di analisi (al limite dello stupro se si considera che l’analista esercita comunque una funzione di guida sul paziente e può abusare di tale potere) si ripropongono a dieci anni esatti da episodi analoghi che nel 2006 furono riportati dall’agenzia Adista insieme alla drammatica testimonianza di una vittima. In psicoanalisi, terapia orale fondata sulla parola, senza alcuna azione, non devono esservi contatti fisici di nessun genere. L’analista come persona deve mantenere un ruolo di pura neutralità, per consentire il corretto avvenire del transfert; tra paziente e analista, nessun altro incontro al di fuori delle sedute. “Queste regole fondamentali e rigorose della psichiatria freudiana, monsignor Anatrella, psicanalista, da anni interprete e portavoce delle teorie le ha violate”, denunciò Adista rivelando anche il nome di colui che subì gli abusi sessuali, l’ex seminarista francese Daniel Lamarca, 23enne all’epoca dei fatti.
Il giovane raccontò che anni dopo gli abusi ebbe un colloquio con Anatrella “per sapere come spiegava che vi fossero stati dei rapporti sessuali nell’ambito di una terapia”. “Lui – ricostruisce l’ex allievo del Seminario della Missione di Francia – cerca di intellettualizzare o di filosofeggiare sui termini, e di spiegarmi che non si può parlare di ‘rapporti sessuali’, che i termini ‘rapporti’ e ‘sessuali’ non potevano essere impiegati qui. Che lui lo chiami come vuole, io so quello che è stato fatto. Gli chiedo se lo trova normale. Allora mi cita il nome di un terapista americano ai cui lavori si appoggia. Allora gli chiedo se è così che cura di solito le persone che vanno da lui. Mi dice che sono stato l’unico. Gli chiedo allora che cosa mi ha fatto meritare questa terapia così particolare. Mi risponde: “perché è lei che me l’ha chiesta”. Ed aggiunge: ‘forse mi sono sbagliato’. Anche se è una risposta che non è da terapista, mi ci è voluto molto tempo per capire che no, non l’avevo chiesta io. Nel 1999 ottengo un’udienza presso il cardinale Lustiger. Gli confido la mia storia. Lui è sorpreso, sconvolto, afferma di credermi, mi assicura la sua preghiera, si preoccupa di quello che mi può accadere, mi dice che dev’essere aperta un’inchiesta. Mi chiede se sarei d’accordo, nel caso in cui l’inquirente lo volesse, a testimoniare davanti a lui ed eventualmente a mettere per scritto ciò che gli ho raccontato. Rispondo di sì, ma fino ad oggi non sono mai stato contattato da un inquirente…”.
Sante Cavalleri
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