<p style="text-align: justify;">BRINDISI - Migliaia di immagini scaricate da link di siti hard in cui erano ritratti, secondo quanto accertato dagli investigatori, anche ragazzi minorenni. E’ per questo che uno stralcio dell’inchiesta su don Giampiero Peschiulli, 73 anni, arrestato il 20 maggio scorso per due episodi di presunta pedofilia, è finito alla Dda di Lecce che sta vagliando ipotesi di pedopornografia, reato che è di competenza distrettuale. Una parte dell’informativa dei carabinieri di Brindisi, in particolare quella che riguarda il materiale trovato nei pc di don Giampiero, sequestrati nella sua abitazione di Brindisi a fine ottobre, è stata già inviata ai magistrati salentini nelle scorse settimane.</p> <p style="text-align: justify;">A Brindisi procede invece l’attività investigativa, coordinata dal pm Giuseppe De Nozza, riguardo le vicende di abusi denunciate dopo che la trasmissione televisiva “Le Iene” aveva smascherato il “prete pomicione” con tre attori, due dei quali avevano finto di essere minorenni, inviati in parrocchia come “agenti provocatori”. Quanto allo scampolo di indagine che riguarda ipotesi di pedopornografia, sono al vaglio della procura di Lecce almeno diecimila immagini automaticamente salvate dopo l’accesso a link di varia natura che riconducono tutti a siti che trattano dello stesso argomento.</p> <p style="text-align: justify;">Il lavoro fatto dai militari dell’Arma per delineare la personalità di don Giampiero, sacerdote e ormai ex parroco della chiesa di Santa Lucia, ha fatto emergere anche altri dettagli per cui è stato ritenuto necessario un approfondimento. Al di là degli aspetti che riguardano la sfera privatissima del prete e i suoi rapporti personali, per cui non vi sono addebiti di carattere penale, e neppure per il momento censure di altro genere da parte della curia arcivescovile, nonostante travalichino i confini della castità imposta ai preti, ci sono contenuti che anche se rinvenuti sul pc di chicchessia avrebbero portato all’apertura di un fascicolo d’indagine.</p> <p style="text-align: justify;">Ormai dallo scorso ottobre la lente degli inquirenti è stata posta sui costumi, in parrocchia e nella quotidianità, di don Giampiero che si ritiene avesse l’abitudine di cercare incontri a sfondo sessuale, specialmente con uomini, e che avesse anche più volte molestato almeno due dei suoi chierichetti. Questo in tempi recenti. Altre circostanze, più vecchie, sono state comunque rappresentate ai carabinieri di Brindisi dai genitori di due presunte vittime che hanno anche dichiarato di aver raccontato tutto all’allora arcivescovo Rocco Talucci che avrebbe consigliato di non denunciare. Talucci, sentito nei giorni scorsi dal pm Giuseppe De Nozza, ha negato di aver mai invitato al silenzio i famigliari dei due giovani parrocchiani che oggi hanno trent’anni. E’ stato ascoltato in qualità di persona informata sui fatti, giunto in procura al fianco del suo avvocato, Giancarlo Camassa.</p> <p style="text-align: justify;">Mentre si attende di conoscere la decisione del Riesame di Lecce sul ricorso formulato dal difensore di Peschiulli, Roberto Cavalera, in attesa che gli atti del pm vengano trasmessi al Tribunale della Libertà perché il legale possa farne copia, si continua a scavare almeno su due fronti: sulle ipotesi di pedopornografia e su quelli che sono ritenuti a tutti gli effetti atti sessuali su minori. Si tratterebbe di carezze, baci e palpeggiamenti avvenuti prima e dopo le funzioni liturgiche o durante la confessione. L’inchiesta parte a fine settembre. Don Giampiero chiama i carabinieri al 112 perché si sente “assediato” dall’inviato delle Iene, Giulio Golia, giunto a Brindisi dopo aver ricevuto una segnalazione anonima sugli atteggiamenti del prete. Peschiulli si barrica in chiesa.</p> <p style="text-align: justify;">La notizia del trambusto finisce su Facebook, i commenti svelano condotte “note” alla gente su cui i militari dell’Arma ritengono necessario acquisire ulteriori dettagli. L’utenza del sacerdote viene messa sotto intercettazione. Il 28 ottobre viene eseguito un decreto di perquisizione e sequestro di computer e altri dispositivi digitali. Il 20 maggio l’esecuzione dell’ordinanza ai domiciliari. Nel frattempo don Giampiero si è dimesso da parroco della chiesa di Santa Lucia, è partito per Terracina dove è rimasto per qualche tempo, ed è rientrato a Brindisi dove vivono i suoi parenti stretti. Si trova ora agli arresti, con il divieto assoluto di uscire dalla propria abitazione.</p> <p style="text-align: justify;">http://www.quotidianodipuglia.it/brindisi/brindisi_prete_foto/notizie/1390903.shtml</p>