<p style="text-align: justify;">TERMOLI. Dalle testate locali a quelle nazionali, incluse le trasmissioni televisive più seguite e in voga del panorama italiano. Giada Vitale, la ragazza vittima della presunta violenza da don Marino Genova, scende in campo ed è determinata. Nessuna paura per lei nel denunciare quello che le è capitato: “svestita, penetrata, vittima di sesso orale e dell’indifferenza” al punto che tra un sorriso e un ricordo amaro tesse la tela della ripresa e punta a ricostruire intorno a sé quell’immagine di donna e di adolescente rubata dalle tante atrocità subite o quantomeno denunciate dato che la legge ancora non sentenzia.</p> <p style="text-align: justify;">“Non l’ho fatto per soldi ed è assurdo che il prete di oggi mi abbia vietato di suonare l’organo e il sindaco Mascio mi abbia abbandonata” denuncia la diciottenne e così, dopo la lettera a Pomeriggio 5, anche il vescovo diocesano Gianfranco De Luca chiude le porte al fratello don Marino consegnandolo alla stampa quale un orco e salvando la sua faccia di “buon prelato”.</p> <p style="text-align: justify;">Sapeva tutto? Di certo aver timore della stampa e spifferare le cose non aiuta né lui né il prete che sarebbe dovuto essere difeso, non coperto, ovviamente, ma difeso ma particolari e verità che incattiviscono e inquinano un’opinione pubblica già spaccata di suo.</p> <p style="text-align: justify;">Difendere, appunto, non le sue colpe, ma l’uomo, quello che seppur ha sbagliato è figlio di quel Dio dell’amore che lui stesso professa, un concetto ben diverso che avrebbe chiamato De Luca a tacere perché la sospensione “a divinis” è già una condanna precedente (in questo caso perché dovrebbe essere consequenziale) a quella stessa della legge.</p> <p style="text-align: justify;">Tutto farà il suo corso, tutto andrà come deve andare, eppure resta “il non voler credere alla storia, il voler sperare (e per alcuni esser certi) che è tutta una montatura” da parte dei residenti.</p> <p style="text-align: justify;">Giada vuole andare via da Portocannone, lo dichiara a “Le Iene” e lo farà un giorno, a testa alta e con nel cuore non solo la giustizia ma anche e purtroppo quelle ferite e quella verità che lei solo sa.</p> <p style="text-align: justify;">Sostenuta e accompagnata dalla rete “L’abuso”, G. oggi accenna sorrisi con la speranza che un domani questa storia sarà solo un brutto ricordo, un incubo dal quale è chiamata a svegliarsi.</p> <p style="text-align: justify;">http://www.termolionline.it/142377/dal-silenzio-al-fragore-la-storia-portocannone-caso-nazionale/</p>