<p style="text-align: justify;"><strong>ABUSI SESSUALI IN SEMINARIO, LO SFOGO DEL PRINCIPALE ACCUSATORE DI DON PINETTO. "LA CURIA HA RIBALTATO LA VERITA'"</strong></p> <p style="text-align: justify;"><strong>Sandro P. "I toni trionfalistici del vescovo mi hanno ferito un'altra volta"</strong></p> <p style="text-align: justify;"><strong></strong>SAVONA. «Non volevo soldi. Non ho mai chiesto alcuna forma di risarcimento. Chiedevo, però, che la verità venisse a galla. Per questo, oggi, a fronte delle dichiarazioni trionfaliste del vescovo e di don Pinetto, provo sconcerto, delusione e un profondo senso di rabbia che mi lacera e apre una ferita che speravo di avere rimarginato». Sono dure le parole pronunciate da Sandro P., l'ex seminarista denunciato per diffamazione da don Pietro Pinetto per avere reso pubblica la personale e drammatica esperienza vissuta nellontano 1974, nel Seminario di Savona: toccamenti nelle parti intime che Sandro P., insieme ad altri due compagni di seminario, avrebbero confermato anche davanti al giudice.</p> <p style="text-align: justify;">E il giorno dopo l'annuncio della prescrizione di don Pinetto per il reato di abusi sessuali, ma la richiesta di rinvio a giudizio nei suoi confronti per il reato di calunnia, l'ex seminarista non ha tollerato il comunicato stampa, inviato dalla curia, dove si celebrava l'innocenza del sacerdote, oggi parroco della parrocchia di San Michele a Celle Ligure.</p> <p style="text-align: justify;">«Come sia stato possibile travisare così le parole della sentenza - aggiunge Sandro P. - ribaltandone il significato non mi è chiaro. E, soprattutto, mi fa molto male. Non ho nulla da aggiungere se non una cosa: valuterò con i miei legali le posizioni da assumere a fronte di questo ennesimo, doloroso, intervento pubblico della curia e del sacerdote in questione».</p> <p style="text-align: justify;">Rabbia, per l'ex seminarista, ma anche tanta amarezza, per una vicenda che aveva accettato di riaprire, dopo tanti anni, con il solo obiettivo di far venire alla luce la verità. E, forse,nel cuore, la speranza che il sacerdote chiedesse scusa e ammettesse le sue responsabilità Le scuse, però, non ci sono state: don Pinetto, infatti, ha solo parlato di fraintendimenti dei suoi comportamenti. Da qui, la rabbia manifestata, il giorno dopo, dall'uomo che, continua a ribadire, aveva desiderato con ardore, da ragazzo, di seguire il percorso formativo in Seminario, ma si è ritrovato per strada, con un'esistenza rovinata per sempre. «Tutte cose - dice - che mia madre ha ribadito davanti al procuratore Ferro che ha raggiunto la mia famiglia, in un paesino della Sardegna, la scorsa estate, per ascoltare la loro versione e verificare la veridicità dei fatti denunciati. Non è stato facile, per mia madre, riaprire un capitolo così doloroso. Eppure, anche lei è stata disposta a ricostruire il ricordo di qnei giorni pur di vedere trionfare la verità. Ha ricordato quei momenti, in cui nemmeno mio padre mi aveva creduto. E c'erano voluti giorni, mesi prima che la mia famiglie si schierasse accanto a me. Non posso tollerare, quindi, che oggi il vescovo celebri in toni trionfalistici l'innocenza del suo sacerdote, quando le stesse parole del quadro giudiziario dicono ben altro. Non lo tollero per me né per mia madre che ha sofferto e deve soffrire ancora oggi sentendo certe cose».</p> <p style="text-align: justify;">Come intenderà agire, nei prossimi giorni, l'ex seminarista, non è ancora noto. «Valuterò con i miei legali», il commento.</p> <p style="text-align: justify;">Silvia Campese SECOLO XIX Savona</p>