Enrico Silvestri – È una difesa ardita quella tentata da don Siro Invernizzi e ricorda un po’ certi ragionamenti dei sofisti: «La Chiesa condanna i pedofili, la Chiesa non mi ha condannato, dunque non sono pedofilo».
Nonostante abbia patteggiato due anni per essere stato sorpreso in auto con un adolescente dietro il Cimitero Maggiore. Una notizia esplosa come una bomba a Cugliate Fabiasco, in provincia di Varese, dove il sacerdote è arrivato lo scorso autunno, spaccando in due la comunità dei fedeli. Molti lo difendono, altri però ne chiedono con forza l’allontanamento, sindaco compreso che per questo si è rivolto al vescovo di Como.
Don Invernizzi, 66 anni, originario di Groppello Cairoli, in provincia di Pavia, è stato per 13 anni parroco di Cergnago, sempre nel pavese. Il 6 settembre 2006 venne arrestato dalla polizia perché sorpreso in auto con un baby prostituto, un romeno di 13 anni. Messo poi ai domiciliari dalla sorella a Groppello, qualche mese dopo riuscì ad accedere al patteggiamento. Il pm chiese per lui sei anni ma la difesa dimostrò che il rapporto sessuale non era stato ancora consumato, facendo così scendere la condanna a due anni con la condizionale più 10mila euro di risarcimento alla famiglia del bambino. La diocesi di Vigevano, attraverso il vescovo Claudio Baggini, svolse propri accertamenti e inviò una relazione alla Congregazione per la dottrina della fede. Nel frattempo il sacerdote fu nominato cappellano presso la casa di riposo Menotti di Cadegliano Viconago.
I guai sorgono quando in autunno viene mandato a sostituire l’anziano parroco di Cugliate, 3.500 abitanti, ai confini con la Svizzera, con la temporanea qualifica di «collaboratore». Non ci vuole molto perché qualche parrocchiano digitando il suo nome in internet scopra il suo passato facendo scoppiare il caso. La rivolta è guidata da Marianna Rocca, Tina Petito e Donatella Aloi, che lunedì durante una riunione in parrocchia hanno chiesto al sacerdote di togliere il disturbo.
«Io sono catechista e mamma ma fino a quando ci sarà don Siro non insegnerò il catechismo né manderò i miei figli in parrocchia» annuncia Rocca. «Dice messa, confessa i bambini e coordina la catechesi. In primavera ci saranno le Prime Confessioni, Comunioni e le Cresime quindi l’oratorio estivo, il Grest e le vacanze in montagna. Chi si fiderà a mandargli i figli?» rincara la dose Petito.
Una linea non condivisa da tutti i fedeli, molti infatti ritengono che «il passato sia passato e che don Siro abbia già pagato le sue colpe». Il sacerdote sceglie una difesa un po’ obliqua «Non essendo stato condannato dalla Chiesa, non sono pedofilo» quanto ai fatti si limita a spiegare «che non stanno come è apparso sui giornali». Il sindaco Roberto Chini continua a mandare la figlia all’oratorio e a messa e spiega come non ami i processi in piazza. Tuttavia, recependo l’ostilità con cui parte del paese ha accolto la presenza del sacerdote, ha incontrato il Vescovo di Como, a cui appartiene la parrocchia di Cugliate, chiedendo provvedimenti. Che non si sa se saranno presi e quando. La curia comasca infatti ha scelto la linea del basso profilo, preferendo non commentare la vicenda né annunciare eventuali provvedimenti.
http://www.ilgiornale.it/news/milano/quel-prete-pedofilo-e-paese-scende-piazza-888973.html
Don Siro Invernizzi resterà prete
Continuerà a fare il prete ed a celebrare messa. Ma, quasi certamente, dovrà svolgere le sue funzioni di sacerdote in un’altra diocesi. E’ questa la decisione assunta dalle autorità religiose nei confronti di don Siro Invernizzi, l’ex parroco di Cergnago che il 6 settembre 2006 venne arrestato a Milano (vicino al cimitero maggiore) perchè trovato in atteggiamenti intimi con un 13enne romeno. In dicembre era poi seguito il processo. Don Invernizzi aveva patteggiato due anni con la condizionale ed il risarcimento di 10mila euro alla famiglia del minorenne.
Per questo caso di pedofilia, il pubblico ministero aveva chiesto al giudice una pena non inferiore ai sei anni. Fabio Santopietro, l’avvocato di don Invernizzi, aveva proposto invece il patteggiamento, sostenendo che il rapporto non era stato consumato: si era trattato di un episodio occasionale e non c’erano state minacce e violenze. Accusa e difesa si erano così accordate sui 24 mesi, con pena sospesa ed immediata libertà per il prete (che aveva trascorso gli arresti domiciliari nella casa della sorella a Gropello Cairoli, nella zona di Cielo Alto). Chiusa la vicenda giudiziaria, la questione è poi passata sotto la competenza della chiesa. La diocesi di Vigevano, attraverso il vescovo Claudio Baggini, ha svolto accertamenti sul caso ed ha inviato un fascicolo sulla vicenda a Roma, alla Congregazione per la dottrina della fede: è l’organismo che ha il compito di decidere se per un sacerdote sottoposto ad un procedimento penale sia necessario un processo canonico (che, teoricamente, può portare anche ad una pena severa come la sospensione o, addirittura, la riduzione allo stato laicale). Ma questa ipotesi è stata subito scartata dagli esperti del Vaticano, che hanno affidato a monsignor Baggini il compito di prendere una decisione sul futuro di don Siro. E il vescovo di Vigevano, da quanto si è saputo, non sembra intenzionato ad adottare provvedimenti punitivi nei confronti del prete. Dalla diocesi non filtrano notizie e commenti. Tuttavia l’ipotesi più probabile è che don Invernizzi continuerà anche in futuro a svolgere la sua attività sacerdotale. Per il momento resterà in Lomellina, a disposizione della curia vigevanese.
Ma è probabile che nei prossimi mesi venga trasferito in un’altra diocesi dell’Italia settentrionale, dove verrà inserito in una parrocchia e potrà riprendere a svolgere il suo ministero religioso.
Segnalazione pervenuta a ultimissime e tratto da La Provincia Pavese del 28 giugno 2007
http://www.uaar.it/news/2007/06/28/don-siro-invernizzi-restera-prete/
Se ne va il sacerdote “non gradito”
Domenica 24 l’ultima messa di don Siro Invernizzi, il cui allontanamento è stato chiesto da madri e catechiste
Cugliate Fabiasco – Se ne va, don Siro Invernizzi. Domenica 24 dirà l’ultima messa, quindi lascerà il suo ruolo di “collaboratore” nella parrocchia di San Giulio. Il “don” aveva patteggiato, nel 2007, due anni di reclusione con la condizionale dopo che era stato trovato in atteggiamenti intimi con un tredicenne.
Una decisione che covava da tempo. Da quando alcune mamme avevano scoperto il passato del sacerdote. A seguito di ciò alcune mamme e anche due catechiste, che avevano appreso la notizia su internet, ne avevano chiesto l’allontanamento. Un parere condiviso pure dal religioso, che pur, professando la sua innocenza, ha sottolineato come “In un clima del genere è preferibile che io lasci la parrocchia. Mi dispiace perché qui mi sono trovato bene e credo di aver operato con buoni frutti”. “Siamo soddisfatte – dice Marianna Rocca, una delle mamme “anti-don” – e ieri molti genitori mi hanno ringraziato per aver raccontato la vicenda. Ora siamo tutti più tranquilli”.
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