<p style="text-align: justify;">Gli ex allievi dell'istituto Provolo per sordomuti: «Chiediamo giustizia, ma curia e Vaticano tacciono»</p> <div style="text-align: justify;"> Cartelloni, volantini, striscioni e corteo per la terza Giornata della memoria delle vittime di reati di pedofilia commessi da religiosi. A organizzare l'iniziativa sono stati gli ex allievi dell'istituto per sordomuti Antonio Provolo, assieme al deputato radicale Maurizio Turco, che hanno voluto ricordare lo scandalo dei 67 presunti casi di abusi sessuali su ragazzini da parte di sacerdoti e laici, che sarebbero avvenuti tra la fine degli anni '50 e il 1984. «Su quegli episodi», denuncia Turco, «non si è ancora fatta luce. La Conferenza episcopale italiana ha la facoltà di aprire gli archivi diocesani, dove sono nascoste importanti verità: alcune Conferenze <a name="more"></a>episcopali lo hanno fatto, non capiamo perché quella italiana no», commenta il deputato dei Radicali. «Il vescovo Giuseppe Zenti si era impegnato a portare avanti un'inchiesta interna alla Curia per far luce su quanto avvenuto, ma dopo tre anni non sappiamo ancora nulla. Ci avevano rassicurato che avrebbero reso disponibili le registrazioni degli interrogatori, ma così non è stato». Turco lancia un appello a don Guido Todeschini, fondatore e direttore di Telepace: «Chiediamo a lui un contributo importante, perché si possa finalmente capire cos'è successo tra gli anni '70 e '80 e perché ciò venga reso pubblico». Ad affiancarlo è il portavoce dell'associazione Provolo, Marco Lodi Rizzini, che spiega il significato di questa giornata. «L'obiettivo è ricordare quanto è successo, nella speranza che non accada più», dice Rizzini. «L'anno scorso il Vaticano ha imposto alla Curia di sentire le presunte vittime degli abusi, nominando una commissione presieduta da Mario Sannite, ex presidente del Tribunale: stando a quanto da lui dichiarato a Matrix, tre preti e fratelli laici avrebbero ammesso gli abusi, ma su tutto questo è calato un imbarazzante silenzio». L'iniziativa, iniziata ieri mattina sulla scalinata della Gran Guardia, è proseguita nel pomeriggio con un corteo che si è snodato dallo stradone Provolo fino a piazza Erbe e poi di ritorno fino in piazza Bra. «Ricordiamo che dopo quasi un anno e mezzo dalla fine dei lavori della commissione d'inchiesta della curia di Verona, il Vaticano non si è a tutt'oggi espresso sui provvedimenti da adottare», ripetevano i manifestanti, camminando per le vie del centro. «Come abbiamo sempre detto, continueremo a chiedere giustizia affinché chi ha commesso quei crimini venga inchiodato alle proprie responsabilità».M.TR.</div>